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Assegno unico: come funziona e come ottenerlo

Pubblicato il 18 Novembre 2021

Secondo la bozza del provvedimento la cifra dell’assegno unico per ciascun figlio minorenne è pari a 175 euro mensili, in misura piena, per un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Per livelli di Isee superiori, la cifra si riduce gradualmente fino a 50 euro – 25 euro per i maggiorenni – per un Isee pari a 40mila euro. L’assegno spetta anche agli Isee oltre i 40mila.

Aiuti dallo Stato a tutte le famiglie con figli fino ai 21 anni, a prescindere da reddito. Un assegno fino a 175 euro al mese, che scende a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni, e che spetterà anche ai nuclei familiari di stranieri, purché residenti in Italia da almeno due anni: arriva in Consiglio dei ministri stamattina il decreto attuativo sull’assegno universale. Il provvedimento dovrà comunque passare attraverso le commissioni parlamentari prima di approdare in Gazzetta ufficiale entro fine anno.

Di fatto sostituirà detrazioni fiscali e altri assegni per i nuclei familiari (compresi i vecchi bonus bebè). Una voce di spesa per il bilancio dello Stato da circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a partire dal 2029.

assegno unico

La domanda per l’assegno unico potrà essere presentata all’Inps – in via telematica o attraverso i patronati – dal 1° gennaio ed è riferita al periodo compreso da marzo fino alla fine di febbraio dell’anno dopo. Con la richiesta va presentata anche la dichiarazione Isee, ma chi non la presenta riceverà comunque l’importo minimo.

Secondo la bozza del provvedimento la cifra per ciascun figlio minorenne è pari a 175 euro mensili, in misura piena, per un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Per livelli di Isee superiori, la cifra si riduce gradualmente fino a 50 euro – 25 euro per i maggiorenni – per un Isee pari a 40mila euro. L’assegno unico spetta anche agli Isee oltre i 40mila.

A decorrere dal 2022 è riconosciuta una «maggiorazione forfettaria» per i nuclei familiari con quattro o più figli, «pari a 100 euro mensili per nucleo». Per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione dell’importo pari a 85 euro mensili. Così le famiglie numerose potranno arrivare a ricevere fino a mille euro al mese.

L’assegno unico viene riconosciuto per ogni figlio minorenne a carico e per i nuovi nati «a partire dal settimo mese di gravidanza», si legge nella bozza. L’importo andrà al genitore che fa la domanda ma potrà essere erogato anche «a richiesta successiva» in pari misura a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale. E in caso di affidamento esclusivo, l’assegno spetta al genitore affidatario.

La domanda per l’assegno unico può essere fatta anche dai figli diventati maggiorenni, ma per averlo dopo i 18 anni bisogna frequentare «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», «un tirocinio», e se si ha un lavoro, avere un reddito «inferiore a 8.000 euro annui», oppure essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego».

L’assegno unico non prevede limiti di età per i figli disabili. Per i minorenni ci sono 105 euro al mese in più «in caso di non autosufficienza», 95 euro al mese in più «in caso di disabilità grave» e 85 euro in più «in caso di disabilità media». In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni saranno erogati 50 euro al mese in più. Una maggiorazione ulteriore, 20 euro al mese a prescindere dall’Isee, è prevista per le mamme under 21.

I beneficiari del reddito di cittadinanza non dovranno fare domanda perché sarà l’Inps a erogarlo «d’ufficio» e «congiuntamente e con le modalità» con cui viene erogato il reddito. L’importo sarà calcolato sottraendo dall’assegno unico spettante la quota di reddito «relativa ai figli minori». Potranno richiederlo anche tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.