La Corte di Assise di Torino ha assolto Alex Pompa, che uccise il padre Giuseppe Pompa per difendere la madre. Come riferito dall’Ansa la parola assoluzione in realtà non è mai stata pronunciata, ma i giudici hanno confermato la sentenza di primo grado del 24 novembre 2021 che giudicava il ragazzo non colpevole.
“Sono frastornato” – ha detto il ragazzo dopo la sentenza del giudice, rivelando di essersi girato verso il suoi avvocati poiché non sempre riesce a capire cosa viene detto nelle aule di tribunale. Ha poi detto che deve ancora metabolizzare, spiegando che festeggerà con la sua cagnolina Zoe.
Il 30 aprile 2020 a Collegno, in provincia di Torino, scoppiò l’ennesima lite furibonda tra i coniugi Giuseppe Pompa e la moglie Maria Caiola e Alex intervenne in difesa della madre colpendo il padre con 34 coltellate usando 6 coltelli diversi. Una perizia ha poi stabilito che il giovane, 18enne all’epoca dei fatti, soffriva di una grave crisi post-traumatica dovuta proprio al comportamento violento del padre, descritto come una persona ossessiva, aggressiva, molesta e problematica.
La madre, durante il processo, raccontò che il marito l’aveva chiamata 101 volte per questioni di gelosia poiché, spiandola al lavoro, aveva notato un collega che le aveva appoggiato una mano sulla spalla. Alex, dopo aver ferito il padre con 34 coltellate, chiamò i carabinieri rivelando il delitto. Sia il fratello Loris che la madre testimoniarono che, senza l’intervento di Alex, l’uomo che sembrava indemoniato avrebbe ucciso la moglie.
Il pm Aghemo chiese 14 anni di carcere, poiché le norme per il codice rosso non contemplano la concessione di attenuanti per chi uccide un familiare. Tuttavia la Corte d’Assise lo aveva assolto per legittima difesa, poi il ragazzo fu condannato a 6 anni, e ora nuovamente scagionato.
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