Pubblicato il 8 Maggio 2024
E’ l’ammissione definitiva. Quella che, adesso, potrebbe scatenare procedimenti giudiziari ovunque. Anche se AstraZeneca così, intanto, spera di mettersi al riparo. Una cosa è certa: non sarà più inoculato il suo vaccino anti Covid.
L’azienda farmaceutica di Cambridge, nel Regno Unito, ha avviato il ritiro in tutto il mondo.
Inoltre, AstraZeneca ha fatto sapere che ritirerà pure le autorizzazioni per la vendita del Vaxzevria in Europa.
COS’E’ IL VAXZEVRIA
“Il vaccino Vaxzevria (ex COVID-19 Vaccine AstraZeneca) – si legge sul sito dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco – è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore ai 18 anni. È progettato per preparare il sistema immunitario a identificare e contrastare il coronavirus (SARS-CoV-2) responsabile della malattia COVID-19. Il vaccino è composto da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi (ChAdOx1 – Chimpanzee Adenovirus Oxford 1) e modificato per veicolare l’informazione genetica destinata a produrre la proteina Spike del virus SARS-CoV-2. La tecnologia del vettore virale utilizzata per questo vaccino è già stata testata con successo ed è utilizzata per prevenire altre malattie”.
Per quanto riguarda il Vaxzevria, AstraZeneca giustifica la sua decisione con una “eccedenza di vaccini aggiornati disponibili”.
Il ritiro mondiale giunge dopo la già clamorosa ammissione di possibili effetti collaterali mortali messa nero su bianco dall’azienda anglo-svedese durante un procedimento legale a Londra dopo la denuncia dei familiari di una vittima.
AstraZeneca ha ammesso che il suo vaccino anti Covid può causare trombosi fatali. Ammissione che, come detto, adesso la espone al rischio di risarcimenti milionari insieme con i Paesi con cui ha firmato l’accordo per la somministrazione durante la pandemia.