Pubblicato il 10 Marzo 2021
Si è comportato da eroe, così come era apparso chiaro fino dai momenti immediatamente successivi all’agguato, a quanti conoscevano l’uomo ed il militare.
Il carabiniere di Sonnino, Vittorio Iacovacci, è morto, assieme all’ambasciatore in Congo Luca Attanasio, nel tentativo di sottrarre il diplomatico ai colpi da arma da fuoco degli assalitori, quel maledetto 22 febbraio 2021, durante un’imboscata mentre erano con un convoglio Onu del World Food Programme (Wfp).
Questa è una delle poche certezze con le quali sono tornai in Italia gli investigatori dei carabinieri che sono stati in Africa nel tentativo di ricostruire cosa accadde quel giorno.
Le testimonianze confermano come il carabiniere Iacovacci sia morto mentre cercava di portare l’ambasciatore lontano dal fuoco degli assalitori e dei ranger.
Una missione di cinque giorni, quella dei Ros direttamente sul posto dell’imboscata, durante la quale è stato ascoltato anche Rocco Leone, vice direttore del Pam in Congo, uno dei sopravvissuti all’agguato.
Accertato il fatto che si sia trattato di un’imboscata, e non di una esecuzione, resta ora da accertare quale possa essere la matrice dell’assalto e sul perché fosse stato organizzata una missione per sequestrare l’ambasciatore. per questo potrebbe partire per il Congo una nuova missione, per acquisire altri dati e fare ulteriori ricerche. Intanto, i pm di Roma che curano l’inchiesta stanno cercando di ottenere anche gli atti delle indagini svolte dalle autorità del paese africano.