Pubblicato il 23 Marzo 2024
Il bilancio della strage di ieri sera al Crocus City Hall di Krasnogorsk vicino Mosca è gravissimo. Ci sarebbero almeno 82 morti e 145 feriti, tra cui anche 5 bambini. L’attentato è stato rivendicato dallo Stato islamico e secondo i servizi segreti statunitensi la firma sarebbe dell’Isis-K. Il presidente Putin, fresco vincitore delle elezioni russe più controverse di sempre, ha augurato una pronta guarigione ai feriti.
L’attentato
Secondo una prima ricostruzione 5 uomini armati fino ai denti hanno fatto irruzione nel teatro Crocus City Hall, dove si sarebbe dovuto esibire il gruppo rock Picnic. Erano stati venduti tutti i 6.200 posti disponibili, quindi il teatro era pieno.
Tra le armi ritrovate dal servizio di sicurezza russo ci sono un kalashnikov personalizzato e una cintura piena di caricatori, mentre in alcuni video si vedono persone prendere posto nella sala e subito dopo correre verso le uscite per fuggire dagli spari.
Altri video ancora mostrano i terroristi sparare sulla folla e un testimone ha parlato alla Reuters di raffiche di spari partite alle sue spalle, dopodiché è iniziata la fuga disperata verso l’uscita.
Dopo l’attentato il Crocus City Hall di Mosca è andato a fuoco e, benché gli elicotteri hanno cercato di domare le fiamme, l’agenzia di stampa statale Ria ha avvisato del pericolo di crollo dell’edificio. Sarebbero stati fotografati due terroristi, fuggiti a bordo di un’auto bianca, forse una Renault.
La rivendicazione dello Stato islamico
Il gruppo jihadista dello Stato islamico ha rivendicato l’attentato con un comunicato su Telegram dell’agenzia Amaq. L’Isis-K ha detto orgogliosamente che i suoi combattenti hanno ucciso e ferito centinaia di persone e distrutto il luogo dell’attentato, prima di ritirarsi sani e salvi nei loro covi.
Il 3 marzo scorso il Fsb aveva annunciato di aver ucciso sei sospetti jihadisti in un’operazione nel Caucaso settentrionale e 4 giorni dopo i servizi segreti avevano sventato un attacco alla sinagoga di Mosca nella città di Kaluga organizzato da una cellula dell’Isis-K.
Chi sono i terroristi dell’assalto?
Ma da dove e quando nasce questo feroce e sanguinario attacco? Per rispondere bisogna ritornare indietro al 2015, quando Putin intervenne nella guerra civile siriana al fianco del presidente Bashar al-Assad contro lo Stato islamico.
Proprio nel 2015, come riferito dall’agenzia di stampa Agi, sarebbe nato il ramo dell’Isis in Russia chiamato Wilayat al Quqaz e fondato dall’estremista Rustam Asildarov, poi ucciso nel dicembre 2016 in Daghestan. L’Isis però non si è fermato e lo scorso 5 settembre ha rivendicato un attentato vicino all’ambasciata russa di Kabul.
I talebani attualmente al potere in Afghanistan sono rivali dell’Isis e l’intervento russo è stato decisivo per la vittoria del governo in Siria contro i ribelli. I jihadisti delle repubbliche russe del Caucaso attivi in Siria sono ritornati in Russia dopo la guerra, rappresentando una seria minaccia per Mosca e ci sarebbero proprio la loro firma sull’attentato.
A questa situazione si sono poi aggiunte le frizioni nel Sahel, area africana molto fragile e instabile politicamente, con vari colpi di stato filo-russi in Nigeri, Mali e Burkina Faso. In questi paesi ci sono stati violenti scontri tra i mercenari e lo Stato islamico, e anche gruppi fedeli al Al Qaeda.
L’allarme degli USA: “Ci saranno attacchi terroristi in Russia”
Circa due settimane fa l’ambasciata americana in Russia aveva avvertito le autorità russe che, secondo i loro servizi segreti, gruppi terroristi stavano studiando un attentato vicino Mosca, come si è poi effettivamente verificato.
Dopo l’attentato sventato dall’Fsb russo in una sinagoga di Mosca, l’ambasciata USA aveva consigliato caldamente ai suoi concittadini di evitare quell’area, seguire le istruzioni dei servizi di sicurezza e tenersi aggiornamenti sulle ultime notizie.
Gli avvertimenti degli USA alla Russia, secondo alcune fonti di intelligence che hanno parlato alla Cbs, sarebbero partiti dallo scorso novembre. Putin, che ha mandato messaggi di sfida all’Europa dopo la vittoria delle controverse elezioni, non aveva creduto agli avvertimenti degli USA, anzi pensava che si trattasse di un ricatto per convincerlo a desistere dalla guerra.
“Sembra un vero e proprio ricatto e un tentativo di intimidire e destabilizzare la nostra società – aveva detto Putin – l’Occidente ha praticato l’uso di tutti i tipi di gruppi terroristici radicali transfrontalieri nei suoi interessi e ha incoraggiato la loro aggressione contro la Russia”.
Gli avvertimenti degli USA si sono invece rivelati veri e dopo l’attacco la Russia ha alzato le misure di sicurezza negli aeroporti, negli snodi di trasporto e in generale in tutta Mosca e sono stati cancellati tutti gli eventi pubblici su larga scala.