Autonomia differenziata, Schifani: “Riapriamo confronto con lo Stato, io tutore dei diritti dei siciliani”

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“Abbiamo appreso che la Regione Sardegna ha impugnato l’ultima legge finanziaria nazionale per avere stanziato solo dieci milioni di euro per il principio di insularità. Potremmo intervenire per adesione a questo ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale, ma abbiamo scelto di seguire un percorso diverso, quello del confronto, non dello scontro”.

Lo ha affermato il presidente della Regione Renato Schifani, commentando l’approvazione in Conferenza delle Regioni del testo sull’autonomia differenziata. “Confidiamo – ha aggiunto il governatore – in un secondo tavolo, che sarà attivato presto. Siamo una Regione a Statuto speciale, che gode già di piena autonomia finanziaria prevista dagli articoli 36 e 37 dello Statuto, non dimentichiamolo. Abbiamo già ottenuto la disponibilità del ministro Calderoli all’istituzione di un tavolo bilaterale per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione nella sua nuova formulazione, con il principio dell’insularità inserito sul finire della precedente legislatura che dà diritto a Sicilia e Sardegna a ottenere sui trasporti un indennizzo per i disagi provocati dalla peculiarità geografica. Ci confronteremo”. 

“Sarò tutore dei diritti dei siciliani”

“Il progetto esitato in Conferenza Stato-Regioni – ha poi aggiunto il presidente, entrando nel merito del documento approvato – è un primo punto di partenza votato da tutte le Regioni di centrodestra. Sono state introdotte, nel corso di questi mesi di dibattito, grandi modifiche: dal ruolo del Parlamento che dovrà pronunciarsi sui pareri (al posto delle Commissioni), fino all’individuazione dei Lep, che sarà molto più lunga e articolata, ma sono previste novità anche sui costi standard e sul costo storico».  «Abbiamo chiesto inoltre al ministro Calderoli – ha concluso Schifani – di riaprire il tavolo per la riattivazione di quelle prerogative che abbiamo perso, non certo per colpa di questo governo o dei governi più recenti, ma perché le classi politiche siciliane del passato hanno ceduto alle pressioni nazionali affinché queste prerogative venissero spente e permesso che le tasse fossero trattenute dallo Stato anziché lasciate sul territorio. Sarò tutore dei siciliani, dei loro diritti, delle nostre prerogative, dell’articolo 119 e dell’insularità e non certo un traditore”. 

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Redazione Catania

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