Minorenne costretta a prostituirsi: “Costavo 500 euro l’ora”. Gli arrestati

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Da un’indagine condotta in seguito ad un’aggressione ad una 17enne, è emersa una torbida e squallida storia di prostituzione che ha portato all’arresto di 4 persone tra il Salento e il Barese: 3 donne e un uomo che ricopriva il ruolo di autista.

Gli arresti

In manette sono finite due sorelle gemelle di 22 anni, Francesca e Federica Devito, Marilena Lopez di 32 anni e Andrea Passaro di 26 anni che faceva l’autista delle squillo.

Proprio le due gemelle gestivano un giro di adolescenti, poco più che bambine, dandole in pasto a uomini senza scrupoli che chiedevano specifiche ragazze in base alla tipologia di prestazione richiesta.

Il racconto della prostituta minorenne: “Costretta a prostituirmi, o mi avrebbero ucciso”

La 17enne è stata aggredita ad Andria e da quell’aggressione è partita l’indagine di carabinieri che ha consentito di scoperchiare il vaso di Pandora su una storia terribile di baby-prostituzione.

Dai racconti dell’adolescente emerge che due ragazze 22enni, gemelle, esercitavano la professione di prostitute e senza scrupoli avviavano al “mestiere” altre giovanissime.

Anche per la vittima è stato così: inizialmente girava con le due sorelle gemelle tra hotel e B&B e, mentre loro intrattenevano i clienti, lei se ne stava chiusa in bagno.

E così anche la giovane 17enne è stata avviata alla prostituzione e veniva mandata in alberghi e case vacanze dislocate in tutta la Puglia, con puntatine in hotel e club privè a Milano.

Ecco uno dei passaggi della confessione-fiume della vittima: “A Monopoli siamo state circa una settimana dove venivano quotidianamente clienti. Lavoravo con un altro nome. Ho fatto 13.000 euro: 10 minuti con me erano 100 euro, un’ora di rapporto 500 euro”.

Poi però la 17enne ha scoperto che le due sorelle non versavano quanto pattuito e si tenevano per loro una parte dei soldi, e a quel punto ha deciso di andarsene. Qui però sono iniziate le minacce e le aggressioni fisiche e verbali delle gemelle: “Mi hanno minacciato – spiega la ragazzina – dicendomi che o moriva il mestiere o morivo io e sono dovuta partire per Milano”.

La 17enne ci tiene a precisare: “Specifico e metto a verbale che mi sono prostituita per dare metà dei soldi a mia madre, poiché la situazione economica della mia famiglia non è delle migliori, mentre l’altra metà dei solidi volevo conservarla per pagarmi la scuola e l’università”.

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Redazione Nazionale

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