Sono state le violente mareggiate abbattutesi sulla costa tirrenica tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 a divorare completamente quel che restava del litorale del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, compresa un’ampia porzione della sede stradale del lungomare: l’atto finale di un inarrestabile processo di erosione su altri due chilometri di spiaggia del Messinese, quelli compresi tra i torrenti Termini e Longano.
Le non più rinviabili operazioni di difesa e di recupero sono state prese in carico dall’Ufficio contro il dissesto idrogeologico che, sotto le direttive del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ha avviato l’iter per realizzarle nel più breve tempo possibile. Passaggio obbligato, la progettazione esecutiva dell’intervento che è stata affidata dalla Struttura commissariale diretta da Maurizio Croce a un pool di tecnici che fa capo allo Studio Mallandrino di Palermo. L’incarico prevede anche le indagini sedimentologiche, biologiche e archeologiche per un importo complessivo di 127 mila euro.
Linea guida per la pianificazione delle opere necessarie sarà la soluzione già adottata in passato nel tratto immediatamente a levante del torrente Termini, per una lunghezza di circa 800 metri. Efficaci, in quel caso, si sono rivelati alcuni pennelli a mare, in ghiaia e materiale sabbioso, lunghi settanta metri. Le stesse barriere saranno piazzate in quest’altro specchio d’acqua a una distanza di circa novanta metri l’una dall’altra, in modo da creare una schermatura pressoché totale della battigia.
Respingere i marosi in tutta questa zona dovrebbe, tra l’altro, portare benefici anche al tratto di spiaggia ubicato a levante del Longano e servirà, inoltre, a difendere il centro abitato di Calderà, affollato di villeggianti durante la stagione estiva.
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