Pubblicato il 7 Ottobre 2020
I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, su disposizioni del Tribunale e della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di circa 400.000 euro nei confronti di una società operante nel settore della produzione e commercializzazione di carni. L’operazione prende il via da una precedente attività di verifica fiscale svolta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Barcellona Pozzo di Gotto, nel corso della quale era stata scoperta, in capo all’azienda, la “sussistenza di gravi violazioni alla normativa tributaria”, secondo gli inquirenti.
“In particolare, le complesse attività poste in essere dagli investigatori economico-finanziari della Guardia di Finanza barcellonese consentivano di rilevare come la società oggetto di ispezione, dopo aver accumulato importanti debiti con l’Erario, risultasse ora formalmente riconducibile ad una “testa di legno”, al solo scopo di sottrarla al pagamento delle imposte ed impedire all’Amministrazione Finanziaria di rivalersi nei confronti dei reali gestori. In tale contesto, quindi, le Fiamme Gialle pozzogottesi accertavano, secondo ipotesi investigativa, come il management, prima di “abbandonare” definitivamente la società, ne avesse trasferito tutte le attività in capo ad un’impresa neocostituita, con la quale proseguire, senza soluzione di continuità, la gestione dei propri affari nel fiorente settore commerciale, si legge in un comunicato della Finanza.
“In definitiva, a nulla valevano gli ipotizzati illeciti trasferimenti societari e le distrazioni patrimoniali ideate, talché le analitiche ricostruzioni compiute consentivano di segnalare all’Autorità giudiziaria barcellonese il reale responsabile dei reati ipotizzati. Condividendo l’impianto accusatorio formulato, quindi, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, il G.I.P., Giudice per le indagini preliminari, del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, a fronte dell’importante debito tributario maturato, considerata la gravità dei fatti constatati, disponeva il sequestro degli immobili riconducibili all’indagato, corrispondenti all’ammontare delle imposte evase”, concludono i finanzieri.