Una persona risulta ferita, per fortuna non gravemente, dopo l’esondazione.
“Sono in diretto contatto con la sindaca Chiara Rossetti – dice il governatore del Piemonte Alberto Cirio – che mi ha confermato che non ci sono vittime e anche le cinque persone date inizialmente per disperse sono stati rintracciate. Questa è sicuramente una buona notizia. Tuttavia i danni sono rilevantissimi e ho già sentito il vice premier Antonio Tajani che ha fin da ora dato la disponibilità del governo a fare la propria parte per aiutarci ad affrontare questa situazione”.
A stretto giro la conferma di Tajani: “Ho appena parlato con Alberto Cirio, presidente del Piemonte. Le persone disperse a Bardonecchia a seguito della frana sono state tutte ritrovate. Ringrazio il Dipartimento della Protezione civile e i vigili del fuoco per i soccorsi. Il Governo sosterrà ogni sforzo contro i danni causati da fango e detriti”.
I vigili del fuoco sono impegnati con una cinquantina di uomini e donne del Corpo, tra cui sommozzatori, nella perlustrazione del tratto del fiume esondato nella serata di ieri. Nel paese è stato attrezzato un centro di soccorso avanzato, ha spiegato a Sky tg24 Luca Cari, responsabile della comunicazione dei Vigili del fuoco.
L’intervento dei pompieri ha consentito, ieri sera, di salvare sei persone rimaste intrappolate a bordo di un camper trascinato a valle dalla colata di acqua, fango e detriti.
Nei video postati sui social, e già diventati virali, si vedono alcune persone mettersi in fuga mentre alle loro spalle arriva l’ondata di detriti che travolge una cabina di ferro e alcuni alberi che trova davanti a sé. “Scappate, andate via”, dicono alcuni residenti a chi si trovava nella zona. In altri video e foto si vede la piena del Rio Merdovine che trascina anche alcune auto.
Questa mattina Bardonecchia, a pochi chilometri dal confine con la Francia, si è risvegliata sommersa dal fango dopo l’esondazione del Rio Merdovine, il torrente che ha rotto gli argini ieri sera in seguito al distacco di una frana in quota. Le auto sono completamente ricoperte dal fango e le strade della città sommerse dai cumuli di detriti. La colata di fango ha travolto tutto ciò che si trovava sul suo corso, travolgendo segnali stradali, auto e persino le pensiline dell’autobus. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco, per mettere in sicurezza le strutture e gli edifici coinvolti nel disastro.
Circa 120 persone hanno trascorso la notte da sfollati, a causa delle le case invase dal fango nella cittadina: che sono stati ospitati in alberghi o nel campo della Croce Rossa allestito all’interno del Palazzetto dello Sport. Le strutture più colpite sono il locale commissariato di polizia – risultato non agibile e con gravi danni al piano terra oltre alla totale compromissione del parco mezzi – e l’hotel “La Betulla”, con il piano seminterrato invaso dall’ondata di piena. La zona maggiormente interessata è quella che si concentra su via Einaudi. Tre agenti della polizia sfollati sono stati ospitati in due diverse caserme dei carabinieri. Molti ponti non sono ancora transitabili.
Resta impossibile, tranne che ai mezzi di soccorso, l’accesso all’abitato di Bardonecchia. Uno dei ponti travolti dall’improvvisa piena del torrente è sommerso di fango e detriti, in un altro sono state divelte le protezioni laterali.
I vigili del fuoco sono impegnati con una cinquantina di uomini e donne del Corpo, tra cui sommozzatori, nella perlustrazione del tratto del fiume esondato nella serata di ieri. Nel paese è stato attrezzato un centro di soccorso avanzato, ha spiegato a Sky tg24 Luca Cari, responsabile della comunicazione dei Vigili del fuoco. L’intervento dei pompieri ha consentito, ieri sera, di salvare sei persone rimaste intrappolate a bordo di un camper trascinato a valle dalla colata di acqua, fango e detriti.
La frana in Val di Susa ha coinvolto anche la strada statale 335, invasa da fango e detriti.
Chiuso – informa Anas – in entrambe le direzioni il tratto al chilometro 10 a Bardonecchia. Sul posto sono intervenute le squadre Anas e i carabinieri per la gestione della viabilità. È invece percorribile l’autostrada che porta al tunnel del Frejus che collega Italia e Francia. Interrotta a Bardonecchia l’erogazione del gas. La polizia, insieme con i vigili del fuoco e le altre forze dell’ordine, è al lavoro per la ricerca dei dispersi e per il soccorso alla popolazione colpita.
L’amministrazione comunale segnala la possibilità di disservizi sull’erogazione di acqua, luce e gas in città “in seguito all’esondazione del torrente Frejus”. “Le squadre dei soccorsi e dei tecnici – si legge su Facebook – sono al lavoro fin dalla serata di ieri per cercate di ripristinare al più presto la condizione di normalità”.
E’ stata interrotta l’erogazione del gas per evitare esplosioni potenzialmente pericolose, in attesa di individuare e risolvere i danneggiamenti alle condotte.
L’evento ha richiesto un’immediata mobilitazione delle autorità competenti, con le pattuglie dei carabinieri subito intervenute per prestare soccorso alla popolazione. Alle 22.15 è stato attivato il Centro operativo comunale per una sinergia tra le forze dell’ordine coadiuvate
dalla Croce Rossa Italiana e dal Soccorso Alpino. Le operazioni di ricerca e soccorso per i veicoli trascinati dalla corrente sono proseguite fino alle 2.30, per poi riprendere alle prime ore del mattino.
“Siamo chiusi dentro e stiamo lavorando”, afferma la sindaca di Bardonecchia, Chiara Rossetti.
Inoltre, sono in corso le operazioni di cinturazione, anti-sciacallaggio e presidio dei punti vulnerabili nella cittadina. Le operazioni avvengono grazie al contributo del personale delle squadre di intervento operativo del reggimento Piemonte, con il supporto delle stazioni carabinieri
di Vigone e San Mauro Torinese.
“Ieri sera, alle 10, stavamo per uscire per andare a vedere i fuochi di artificio, quando abbiamo sentito un boato come una bomba”. Così Angela Camani, residente del condominio Mardouvine al numero civico 2 di via Papa Giovanni XXIII a Bardonecchia che si trova esattamente di fronte all’omonimo rio che ieri sera è esondato, inondando la strada di fango e detriti. “Eravamo sul balcone del secondo piano – prosegue – terrorizzati dal frastuono. Il balcone tremava. E tremava la casa. Abbiamo visto delle onde enormi dall’alto e vedevo scendere acqua a tutto spiano con grandi masso. Vedevo delle onde alte 7 metri. Ho avuto paura, tanta”.
“La mia amica che vive sotto e’ salita su e aveva paura – prosegue – perché ha anche un cane è un gatto e temeva di essere alluvionata”. “Il ponte sotto della stazione si è intasato – conclude – e ha fatto da tappo. Tutte le pietre e i massi venivano giù e si bloccavano lì sotto. Era successo altre volte che si fosse intasato. Quel ponte è sempre stato un problema ma una cosa del genere non era mai capitata e non l’ho mai vista in vita mia. E’ da 30 anni che abbiamo la casa qui e ci veniamo in villeggiatura”.
“C’è stato un boato fortissimo. Poi è arrivato il panico. C’era gente che scendeva lungo la strada e diceva di non salire. Altri che salivano e dicevano di non scendere. Siamo rimasti bloccati fino a quando non ci è arrivata la voce che più sopra, oltre il primo ponte, il percorso era agibile”. A parlare sono Giorgio e Maria Cristina, una coppia che ieri sera si è trovata a Bardonecchia. “Ho sentito un boato – racconta una residente – e ho visto le betulle del giardino piegarsi. Credevo che fosse un temporale e ho pensato di togliere la biancheria che era stesa ad asciugare. Come se fosse un terremoto”. “Siamo senza acqua – continua- e stiamo andando a procurarcela alle fontane armati di bottiglia”.
“Acqua e luce dalle 21.39 di ieri sera non ci sono più. Noi ce ne andiamo. Eravamo qui da venerdì sera. La vacanza è finita”. Lo racconta Filippo Lomonaco, studente di ingegneria del Politecnico di aTorino di 22 anni, mentre abbandona, con tre amici, uno degli appartamenti coinvolti dall’esondazione del rio Mardouvine a Bardonecchia.
“Io credo che qui – spiega – essendo la zona bassa, sia una delle più colpite perché l’ acqua si accumula di più, visto che il letto del fiume è basso. Noi siamo stati fortunati perché quando è successo eravamo chiusi in casa. Eravamo appena tornati da una partita a padel”. “Ci siamo fatti la doccia – prosegue – e ci siamo spaventati, abbiamo sentito un boato e ci siamo preparati per evacuare. Per fortuna l’acqua non è mai entrata al primo piano. Abbiamo chiamato il 112 e ci hanno detto chiudetevi in casa, e così abbiamo fatto. Abbiamo incontrato un pompiere che è venuto qui davanti e ci ha detto di stare tranquilli”.
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