Archiviato (o forse prosciolto) per «refuso di stampa». Una formula che non trova corrispondenza nel codice di procedura. Soprattutto se adottata a otto anni dalle accuse, dopo una richiesta di rinvio a giudizio «fantasma» di cui nessuno si è accorto fino al giorno della notifica. Peccato che nel frattempo ad Angelo Colonna, imprenditore di Putignano, fosse stata sequestrata anche l’abitazione.
L’uomo, 53 anni, nel 2014 è stato accusato di reati fiscali in relazione all’indagine sulla Kentron, clinica privata che è stata al centro di un capitolo della sanitopoli pugliese. Per questo gli era stata notificata una ordinanza di sequestro preventivo per oltre 160mila euro, eseguita all’epoca dalla Finanza: sono stati messi i sigilli all’abitazione di Noci, a una villetta in Calabria, a qualche spicciolo lasciato sui conti correnti.
A sette anni dal sequestro la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 6 persone, tra cui anche Colonna. Il cui nome appare nell’elenco, ma non nella rubrica delle contestazioni. Un fantasma mandato a processo. E così, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Bari, a novembre si è svolto un confronto kafkiano: con quale strumento si dispone l’archiviazione (o il proscioglimento) di un cittadino che non è accusato di nulla?
Conviene lasciar parlare il verbale, specificando che il pm di udienza non ha alcuna responsabilità per quanto accaduto: il fascicolo era in carico a magistrati che non sono più in Procura da tempo. E che probabilmente – come si legge – in sette anni non hanno avuto il tempo di fare richiesta di archiviazione per il povero Colonna.
PM:«Colonna c’è secondo me una nullità della richiesta di rinvio a giudizio perché in realtà non è contestato nulla».
GUP: «Vediamo».
PM: «E poi facendo un controllo effettivamente non c’è nulla da contestare. Quindi io lo riformulerei con una nullità…».
GUP: «Cioè Colonna in pratica era stato indicato nell’epigrafe della richiesta tra gli imputati, ma non è destinatario di nessuna contestazione?».
PM: «No. Quindi per me forse dal punto di vista tecnico la cosa migliore cioè andrebbe probabilmente dichiarata la nullità della richiesta di rinvio a giudizio perché non c’è…».
GUP: «Non ci sono imputazioni a lui ascritte quindi».
PM: «No. Ho controllato anche nel fascicolo. Deve esserci stato qualche errore». (…)
GUP: «Dico, non essendoci una imputazione effettivamente lei cosa farà se ritorna il fascicolo?».
PM: «Non essendoci una imputazione io chiederò una archiviazione se iscritto sul registro degli indagati dicendo che non ci sono elementi di reato a suo carico».
GUP: «Cioè se l’è tenuta da parte l’archiviazione però».
PM: «No».
GUP: «Non è che è possibile che sia stata già fatta?».
PM: «Non mi pare (…). Lui è stato inizialmente iscritto da quello che ho capito… Giudice, il processo non è che l’ho seguito».
GUP: «E lo so, lo capisco, è chiaro». (…)
PM: «Comunque facciamo la correzione dell’errore materiale, per me va bene lo stesso. Chiedo che venga corretta la richiesta di rinvio a giudizio».
GUP: «Trattandosi di un atto suo la deve disporre lei».
PM: «Eh?».
GUP: «È un atto suo, quindi la deve disporre lei».
PM: «Però è già stata… Noi siamo in udienza preliminare».
GUP: «Sì, può dare atto del fatto che nella richiesta di rinvio a giudizio la posizione del Colonna è stata…».
PM: «È un errore materiale».
GUP: «Sì. Possiamo dare atto di questo quindi, che la posizione del Colonna Angelo Rocco…».
PM: «Viene espunta in quanto refuso di stampa».
GUP: «…In quanto inserita nell’elenco degli imputati per mero errore materiale, non essendogli ascritto alcun fatto nella rubrica delle imputazioni. Va bene».
Colonna ritiene chiusa qui la vicenda: ha deciso (ne avrebbe diritto) di non chiedere i danni allo Stato. «C’è voluto tempo – si limita a dire il suo l’avvocato, Antonio La Scala di Bari -, ma alla fine è stata fatta giustizia». Nei giorni scorsi la Finanza ha provveduto, dopo otto anni, a restituire i beni sequestrati.
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