Pubblicato il 29 Agosto 2021
“Le immagini che vediamo dall’Afghanistan, della gente accalcata nel fango e poi delle mamme che gettano i bambini oltre il filo spinato, sono come veder gettare il proprio cuore, il nostro cuore è un profugo in questo mondo. Anche io ho il desiderio di gettare il mio cuore oltre il filo spinato, perché quelle immagini che vediamo riguardano me.
Io sono loro, io sono quel bambino, loro sono tutte le facce del Cristo”. Roberto Benigni ieri sera a Viareggio (Lucca) ha ricevuto dal presidente del 92/o Premio letterario Viareggio-Repaci, Paolo Mieli, il premio speciale Città di Viareggio. Il grande artista ha citato la vincitrice della sezione narrativa Edith Bruck, affermando che “viviamo in un mondo di profughi”: Ha aggiunto: “Ha ragione e il mio cuore è profugo a vedere le immagini di madri che gettano i bambini oltre il filo spinato. Quelle sono tutte le facce di Cristo, non possiamo che aiutare quelle persone. Non c’è altro da fare”.
Benigni: “perché ho raccontato la Shoah con ironia”
Benigni dice di aver parlato “della Shoah con ironia perché quella era finzione mediata dall’arte, l’arte cambia sempre il soggetto che racconta. Mentre invece oggi le immagini che arrivano dall’Afghanistan sono ora tragica realtà, è fiamma che brucia, che non può essere ancora trattata con ironia“.
Ha aggiunto: “Amo Viareggio e l’ho citata nel mio film ‘La vita è bella’ perché anche nel luogo più brutto, che può esistere come un campo dì concentramento, il poter dire ‘ci vediamo a Viareggio’ diventa sinonimo di allegria e di speranza”. (fonte: Ansa)