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Beppe Grillo furioso con Conte dopo il benservito: “Dovevo lasciarlo al banchetto”

Pubblicato il 25 Ottobre 2024

Dopo lo scambio del carteggio infuocato tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, è arrivata la rottura definitiva tra quello che è stato il fondatore e quello che è l’attuale leader del M5S.

Il licenziamento di Grillo

Conte ha rilasciato a Bruno Vespa un’intervista, che sarà pubblicata nel nuovo libro del giornalista, dove di fatto ha annunciato il licenziamento di Grillo. Non sarà quindi rinnovato il contratto di consulenza per la comunicazione da 300.000 euro all’anno, benché sia ancora in vigore, poiché secondo Conte Grillo è “responsabile di una controcomunicazione che fa venir meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”.

La replica di Beppe Grillo

Acque agitate nel M5S, che rischia di spaccarsi tra “grillini” e “contiani”. I fedelissimi del fondatore del movimento ritengono che Conte abbia stravolto il progetto del movimento e il fatto che per licenziare Grillo abbia scelto il “giornalista più istituzionale della storia”, cioè Bruno Vespa recentemente attaccato in una diretta video in maniera plateale dal giornalista Matteo Gracis, la lice lunga.

Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera Grillo si sta pentendo della scelta risalente a 6 anni fa, quando chiedeva a Di Maio e Casaleggio: “Chi c***o è questo?”, rivolgendosi a Conte. “Dovevo lasciarlo al banchetto” – avrebbe detto sprezzante Grillo, facendo riferito alla conferenza stampa che si tenne il 2 febbraio 2021, il giorno dopo la caduta del secondo governo Conte, su un tavolino trasportato a piazza Colonna da Rocco Casalino.

Conte di fatto si ritrovò fuori dal governo e senza una casa politica, e il M5S gli offrì un partito infiocchettato. Adesso quello stesso Conte vuole mandare a casa Grillo, una cosa che l’ex comico non accetta, ma intanto la maggior parte dei pentastellati sono dalla parte dell’Avvocato. Insomma Grillo ha ben poco in mano per contrastare Conte e l’alternativa potrebbe essere quella di una clamorosa scissione, cioè la formazione di due partiti distinti e separati.