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Frosinone

Bergamo, dimessa per lombalgia si scopre che aveva un tumore. La rabbia dei figli: “Si poteva salvare”

Pubblicato il 3 Maggio 2024

Uno sconvolgente caso di malasanità si è verificato a Bergamo, dove la 61enne Stella Alaimo Franco è stata rimandata a casa dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso con una semplice lombalgia, per poi scoprire che in realtà aveva un tumore che si poteva curare per tempo.

La diagnosi della lombalgia

Come raccontato da Open, tra metà dicembre e i primi di gennaio la donna si è recata due volte al pronto soccorso di Treviglio, a Bergamo, con forti dolori ad una gamba. La prima volta la donna fu dimessa dopo una radiografia, con zero giorni di prognosi e una diagnosi di lombalgia.

Il dolore però diventava sempre più forte e così la donna fu costretta a recarsi nuovamente in lacrime al pronto soccorso. Un episodio che ha fortemente insospettito i figli Monica di 39 anni e Andrea di 37 anni, dal momento che la mamma “aveva una soglia del dolore molto elevata”, quindi doveva essere un dolore davvero straziante.

Gli infermieri si sono limitati a dire alla donna di prendere un antidolorifico, per poi rimandarla nuovamente a casa.

La scoperta del tumore

Purtroppo la donna è morto il 30 marzo scorso e non certo per la lombalgia, ma perché aveva un tumore ai polmoni con metastasi, scoperto quando ormai era troppo tardi.

Solo il 16 gennaio, grazie alle conoscenze personali di uno dei due figli, la donna ha potuto sottoporsi ad una risonanza magnetica che ha riscontrato la metastasi di un tumore al torace. Secondo i medici dell’Istituto tumori di Milano, che l’hanno curata dal 29 gennaio, quel tipo di tumore se diagnosticato in tempo poteva essere curato. Il ritardo però sarebbe stato fatale poiché avrebbe provocato gravi conseguenze, dal momento che la malattia era ormai avanzata in modo irreversibile.

I figli della donna hanno dunque sporto denuncia contro i medici del pronto soccorso e l’Asst. Bergamo Ovest, che non ha ancora fornito la sua versione dei fatti nonostante le richieste del Corriere della Sera.