Sì, avete letto bene: 2026.
A rendere pubblica la grottesca vicenda italica è il Corriere della Sera.
L’ospedale è il “Papa Giovanni” di Bergamo.
La disavventura è stata raccontata da un 50enne di Treviglio, che si è poi avvalso, tramite un’associazione, del protocollo per richiedere la visita entro i termini previsti per legge.
Limiti temporali che vanno da 72 ore per le urgenze fino a 4 mesi per le visite programmabili.
Il 50enne ha spiegato di aver provato a prenotare tramite l’azienda sanitaria locale, ma di non aver trovato spazio.
Aveva scritto all’Urp (l’Ufficio relazioni con il pubblico) per sollecitare la prestazione. Che viene effettivamente assicurata e comunicata via mail.
“Mea culpa – ammette l’uomo – ho guardato solo il giorno e il mese. Arrivato il 1° ottobre a Bergamo, mi sono presentato al poliambulatorio indicato, ma non si trovava il mio nome. Guardando meglio la prenotazione ci siamo accorti che ero in anticipo di 2 anni. Sono caduto dalle nuvole. Ma come fa uno a curarsi così?”.
L’azienda sanitaria ritiene di aver dato la prima visita disponibile in merito, ammettendo la difficoltà sulle prestazioni dermatologiche.
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