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“Berlusconi al Quirinale? Io emigro in Oceania”

Pubblicato il 24 Dicembre 2021

Vabbè, Gianfranco Mascia lo conoscete tutti. O, se non proprio tutti, sicuramente chi, negli ultimi venticinque anni, ha partecipato alle battaglie contro il “berlusconismo” nelle sue varie “versioni”. Già nel 1993, al tempo della “discesa in campo” di Silvio Berlusconi, Mascia, giornalista, scrittore e attivista storico del campo progressista, si lancia in prima linea contro il Cavaliere. Mobilita, assieme ad altri, il popolo dei fax: “All’epoca – ricorda – non esistevano ancora i social e contrastare lo strapotere di Berlusconi non fu affatto facile visto che aveva le tv. Ci convocammo in piazza via fax. La risposta dei cittadini fu massiccia. Fu la data di nascita dell’antiberlusconismo, inteso anche come fenomeno culturale, oltreché politico e mediatico”. Mentre nasce Forza Italia, Mascia fonda i comitati “Boicotta il Biscione”. Comincia a diventare “scomodo”, si espone nelle trasmissioni libere come quella di Santoro. Nel ‘94, viene aggredito e violentato con una scopa da una “banda” di “ignoti”, nella sua casa di Ravenna. Quasi uno scenario all’Arancia Meccanica. Le indagini ricondussero alla matrice dell’estrema destra veneta. Ma Mascia non si arrese. Negli anni, poi, fu tra i protagonisti dei Girotondi (ricordate? Nanni Moretti e Pancho Pardi)e del Popolo Viola. E non sorprende se in questi giorni, il rischio di ritrovarsi il “Caimano” al Quirinale, fa perdere il sonno al “vecchio” e irriducibile antagonista sociale di Berlusconi. Che per il 4 gennaio ha promosso un presidio a Roma, a piazza Santi Apostoli. Lo abbiamo raggiunto al telefono.

Mascia, ci si rivede, anzi ci si risente…

Avrei preferito risentirti per altri motivi, tipo per farci gli auguri di buone feste…

E invece, a guastare le feste, c’è ancora lui, il Cavaliere…

Proprio così. A me sembra incredibile già solo il fatto che si pronunci la parola “Berlusconi” assieme alla parola “Quirinale”.

Temi il “Bunga Bunga” presidenziale?

Guarda, si aprirebbe una questione morale enorme nel Paese, anche solo se il nome di Berlusconi spuntasse nei “cartellini” delle Camere riunite per l’elezione del presidente della Repubblica. Poi se venisse eletto…

Oddio, che faresti?

Emigrerei lontano. Che so, in Oceania. Non dico l’Antartide perché soffro male il freddo.

Ma ci si aspetterebbero fragorosi “mal di pancia” contro la prospettiva di Berlusconi presidente. E invece silenzio. Dove sono finiti gli intellettuali? E i militanti? E Repubblica?

Dieci anni fa scendevano in piazza “giganti” come Stefano Rodotà, Mario Monicelli, Dario Fo, Gino Strada, Andrea Camilleri, Margherita Hack e ne dimentico tanti. Personalità che ci hanno sostenuto nelle nostre battaglie, partecipando alle nostre manifestazioni per la democrazia, contro i bavagli, per la Costituzione. Oggi, tra gli intellettuali, c’è un silenzio assordante, ad eccezione di qualcuno, come gli amici del Fatto, Travaglio, Scanzi… o dell’Espresso.

E tra i militanti, nessuna indignazione?

Ho sempre pensato che il movimento sia come un fiume carsico, che sbuca dalle rocce quando serve, e accadrà anche questa volta. Non sarà facile per Berlusconi conquistare il Quirinale. Dovrebbe vedersela con una forte opposizione sociale, civile e democratica L’Italia per fortuna ha i suoi anticorpi contro simili derive.

Ma ci sono pure importanti leader politici propongono Berlusconi al Quirinale, tipo Salvini e Meloni…

Mi fanno più paura quelli che lo manovrano per cinici calcoli politici, che Berlusconi stesso. Non è un caso se abbiamo la peggiore destra europea.

E i partiti di sinistra, e i Cinquestelle? Che dicono di Berlusconi presidente?

Forse avrebbero bisogno di una “scossa”, dovrebbero farsi sentire di più, mi sembra che prendano sotto gamba la questione…

E dunque ritornate in piazza a Roma?

Sì, il 4 gennaio, alle 17, a Piazza Santi Apostoli, faremo un presidio. Ho già fatto comunicazione alla Questura.

Il 4 gennaio? Neanche il tempo di stappare lo spumante…

Quel giorno, il presidente della Camera Fico calendarizzerà il percorso per le elezioni del presidente della Repubblica. Non ci importa quanti saremo. Io ci sarò e spero vengano in tanti. Approfitto per augurare a tutti un meraviglioso 2022. Deberlusconizzato.