Pubblicato il 11 Aprile 2024
Silvio Berlusconi fissa Giovanni Minoli. Il giornalista gli chiede “Senta, ma il suo peggior difetto qual è?”, “Ne ho così tanti, sono imbarazzato”, risponde. “Vabbè, me ne dica uno”, insiste Minoli. “Solo uno?”, ribatte Berlusconi. “Uno solo, uno vero”, ci prova ancora l’autore della memorabile intervista all’imprenditore appena sceso in campo in politica con la sua creatura, con Forza Italia: “Ci penso”, dice dopo una breve pausa.
E’ il documento scelto da Netflix per lanciare sui social “Il giovane Berlusconi”, la mini serie tv da oggi disponibile per chi vorrà godersela.
Dal materiale noto a quello inedito, il prodotto promette di non essere un racconto apologetico o didascalico, visto che, oltre agli stretti collaboratori del Cavaliere scomparso il 12 giugno dello scorso anno, ucciso a 86 anni da una malattia che non gli ha lasciato scampo, ci saranno anche le voci di chi lo ha combattuto.
Da un lato personaggi noti lanciati dalla sua conquista del mondo del media con l’impero adesso chiamato Mediaset ed ereditato dai figli, insieme con tecnici, autori e pubblicitari; dall’altro gli avversari politici e quelli che lo hanno criticato.
La docuserie parla del successo di Silvio Berlusconi dai suoi esordi come imprenditore all’invenzione della televisione commerciale alla metà degli anni ‘70 fino alle elezioni politiche del 1994.
Il tutto in tre puntate, ognuna della durata di di 50 minuti.
Nella docuserie si alternano le testimonianze di Giovanni Minoli, Pino Corrias, Iva Zanicchi, Marcello Dell’Utri, Fedele Confalonieri, Carlo Freccero, Adriano Galliani, Achille Occhetto, Stefania Craxi, Jack Lang, Gigi Moncalvo, Vittorio Dotti, Anne Sinclair, Carlo Momigliano e Fatma Ruffini.