Da giorni si discute della validità del presunto ‘testamento colombiano’ di Silvio Berlusconi che disporrebbe per l’imprenditore torinese Marco Di Nunzio il 2% di Fininvest e vari altri beni. Il Cavaliere lo avrebbe firmato nel settembre 2021 in Colombia.
La notizia è stata riportata da Fanpage.it che ha intervistato Paolo D’Agostino, un avvocato esperto in successioni che sta curando un caso simile – proprio contro lo stesso Di Nunzio – e che ha spiegato a Fanpage.it come stanno le cose dal punto di vista legale.
In effetti, il ‘testamento colombiano’ di Silvio Berlusconi, conosciuto da qualche giorno, ha più di qualche punto critico. L’imprenditore torinese Marco Di Nunzio, 55enne residente in Colombia, lo scorso 3 ottobre ha depositato in uno studio notarile di Napoli un testamento non olografo (non scritto di pugno) che avrebbe la firma di Silvio Berlusconi. Nel testamento, a Di Nunzio verrebbe assegnato il 2% delle azioni di Fininvest, la società che controlla le ville di Berlusconi nelle Antille, alcune imbarcazioni e 26 milioni di euro.
Come riporta fanpage.it, il testamento sarebbe stato firmato da Berlusconi, in Colombia, il 21 settembre 2021. Ci sarebbero stati due testimoni, nello studio della notaia Margarita Rosa Jimenez Najera. Poi, il 6 settembre 2023, a circa tre mesi dalla morte di Berlusconi, il testamento è stato depositato nello studio di un notaio colombiano.
Fanpage.it ha chiesto un parere a Paolo D’Agostino, esperto di successioni e membro della commissione Successione dell’Ordine degli avvocati di Roma. Come detto, D’Agostino, si sta occupando di un altro caso che riguarda proprio Di Nunzio.
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Alla domanda dell’intervistatore su un caso simile che sta seguendo, l’avvocato D’Agostino risponde: “Sì, è coinvolta la stessa persona con lo stesso notaio, e il caso è anche precedente a quello emerso in questi giorni su Silvio Berlusconi. Si tratta di un altro testamento speciale, con delle pretese nei confronti dell’eredità di una persona abbastanza facoltosa. Per certi aspetti sembra una fotocopia: la data sul testamento risale persino a periodo simile, ottobre 2021, mentre quello attribuito a Berlusconi sarebbe del settembre 2021″.
Poi D’Agostino precisa: “Bisogna fare una prima distinzione fondamentale. Se parliamo di testamento olografo è un discorso, se parliamo di testamento speciale è un altro”.
Il testamento olografo è quello scritto a mano dalla persona interessata e la legge “non impone un limite di tempo oltre cui non si può più presentarlo. Il codice civile all’articolo 620 dice che chi ha un testamento olografo lo deve pubblicare tramite un notaio ‘appena ha notizia della morte’ della persona in questione. Non c’è un termine specifico”.
Ma questo è un testamento speciale – gli chiede il giornalista – in questo caso? L’avvocato D’Agostino risponde che “Il testamento speciale è quello che può essere fatto in circostanze eccezionali, ad esempio calamità naturali, crisi che possono creare grossi ostacoli alla stesura ‘classica’ di un testamento. Nel caso specifico, l’evento speciale è la pandemia da Covid-19. Questo tipo di testamento segue un percorso completamente diverso, con formalità molto ridotte, perché si cerca di venire incontro a chi si trova appunto in una qualche calamità. Però c’è un aspetto importantissimo che va sottolineato: entro tre mesi dalla cessazione delle circostanze eccezionali, il testamento speciale deve essere convertito in un testamento ordinario. Questo lo dice l’articolo 610 del codice civile”.
Il giornalista, allora, chiede se quindi il ‘testamento colombiano’ attribuito a Berlusconi avrebbe dovuto essere trasformato in un testamento ‘normale’ entro tre mesi dalla fine della pandemia, per essere valido e l’avvocato D’Agostino sembra non avere dubbi: “Sì, esattamente. Doveva commutarsi in una forma di testamento ordinario. Altrimenti, il testamento perde la sua efficacia”.
Poi, l’avvocato D’Agostino chiarisce che si tratta “Di termini stringenti e speciali, dove la situazione di emergenza è imminente e concreta. Per di più, da quanto ho visto, è difficile che Silvio Berlusconi si trovasse in Colombia nel periodo in cui il testamento sarebbe stato firmato”.
Il giornalista di fanpage.it chiede se “in questo caso tocca alla persona che presenta il nuovo testamento dimostrare che è autentico, quindi, provare – ad esempio – che Berlusconi fosse in America Latina?”
E l’avvocato risponde perentorio, facendo notare un errore grossolano, come lui stesso lo definisce: “In realtà l’onere spetta a chi ha interesse a smentire che il testamento sia valido ed efficace. Nel caso particolare, soprattutto visto che un testamento di Berlusconi c’è già, l’interesse è degli eredi già nominati: i figli, il fratello, Marcello Dell’Utri e Marta Fascina, e i loro legali. Non credo che avranno assolutamente difficoltà a smontarlo. Il fatto che i tre mesi per trasformarlo in un testamento ordinario siano passati da tempo è un errore abbastanza grossolano.
Sulla diffida di Di Nunzio ai figli di Berlusconi, l’avvocato D’Agostino dice: “La diffida in questo caso è più che altro un battere i pugni sul tavolo, nulla più. Formalmente è un avviso agli eredi già nominati per dire ‘distraete i beni, perché ci sono anch’io tra i destinatari”. E aggiunge una considerazione: “Una volta scaduta la diffida ci potranno essere altre iniziative, io immagino che i legali dei figli di Berlusconi siano già attivati per smontare la richiesta. Il mio parere è che chi ha fatto questa pretesa abbia lavorato poco di fino”.
In conclusione, il giornalista Luca Pons, chiede all’avvocato “cosa si rischia – in generale – presentando un testamento falso” e D’Agostino gli risponde: “Esiste il reato di truffa, così come quello di alterazione di testamento, poi ovviamente tocca al pubblico ministero eventualmente integrare.
L’intervista si chiude con alcune considerazioni dell’avvocato D’Agostino sul fatto che “non è difficile ricostruire gli spostamenti di una figura pubblica come Silvio Berlusconi” e che – secondo lui – i figli di Berlusconi abbiano documenti necessari per opporsi anche in sede penale.
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