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Bersani: “Scuse a Vannacci? Mai!”. Vi spiego perché

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Pier Luigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico, non sembra affatto pentito per aver insultato (diffamato) il generale Roberto Vannacci. Lo spiega, oggi – 28 agosto – in un’intervista al Corriere: “Con quella domanda, che rifarei tutti i giorni, non ho insultato Vannacci, ma le idee regressive che la Destra sta sdoganando e che ci rubano il futuro. Mi sto occupando di quel rancore che le destre stanno scagliando contro i diritti sociali e civili. Mi rivolgo al famoso campo progressista, perché queste idee contro tutto quel che è diverso richiedono una battaglia a viso aperto”.

Il ‘Bersani pensiero’

Bersani racconta di aver ricevuto “valanghe di solidarietà, ma non è un problema di Bersani. Chi condivide, alzi la voce. Loro, chiamiamoli fascisti o come vogliamo, si nascondono sotto la scusa della critica al politicamente corretto e per questo io non lo sono stato”.

Poi, continua: “C’è in gioco un arretramento di civiltà – sostiene Bersani – i fatti culturali sono più duri del marmo e se vuoi scalpellarli devi fare una battaglia di idee”.

Una stoccata anche per Salvini, che ha detto che lui ha l’arroganza tipica dei kompagni: “Se dovrò pagare, non saranno 49 milioni. Salvini mi dà del condannato, ma io non ho ricevuto niente. Lo scriva. Sto rispondendo ad articoli dei giornali”.

Commenti anche per le polemiche sulla ‘sparizione’ del presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Se un premier maschio scomparisse 5 giorni non gli chiederemmo dov’è? Invece loro la buttano giù dal lato dello spiazzamento rispetto ai riti e alle procedure democratiche, nel nome dello schema ‘io e il popolo e in mezzo non c’è niente’.

E sul campo largo…

“Io parlo di campo di alternativa. La politica non si misura a ettari, o si finisce sui metri quadri come adesso. Si tratta di fare un’alleanza senza veti e senza ambiguità? Ok. Tocca alle forze di una coerente opposizione, Pd, M5S e Avs, lanciare una proposta aperta per costruire un programma. Si potrebbe partire da 5 o 6 articoli della Costituzione antifascista, diritti, sanità, lavoro e salario dignitoso, imprese, fisco, ambiente, disciplina e onore e portare nel Paese la discussione su proposte che abbiano quella ispirazione. Un percorso senza veti”.

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Redazione Nazionale

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