Pubblicato il 16 Maggio 2024
Ballare sul luogo di lavoro può essere considerato un motivo di licenziamento? Purtroppo sì. Per informazioni chiedere a Maika Cabrera, bidella licenziata da una scuola di Madrid poiché si è lasciata andare a qualche passo di danza latinoamericana mentre, “armata” di uno spazzolone con l’uniforme dell’azienda per la quale lavora, svolge le pulizie.
Maika era solita condividere molti video sui social, che in effetti sono simpatici e non sembrano né offensivi né lesivi verso l’azienda per la quale lavora, anzi lavorava, per cui aveva firmato un contratto part-time a tempo indeterminato.
@mayka.cabrera #unalimpiadoraconmuchamarcha hasta para limpiar hay que tener muxo arte #🤣🤣🤣 ♬ original sound – José Ramos
La bidella all’attacco: “Non ho fatto nulla di male”
Sul suo profilo Tiktok ci sono tanti video di pochi secondi, innocenti e tutto sommato simpatici e divertenti, che evidentemente non sono piaciuti ai suoi superiori che l’hanno licenziata in tronco. E così la bidella 61enne ha dovuto lasciare la scuola pubblica Gandhi di Ciudad Lineal di Madrid, dove lavorava da 6 anni, anche se dal 1° marzo era dipendente di un’altra società, la Serveo, con un contratto a tempo indeterminato e part-time.
Il 22 aprile poi è arrivata la doccia fredda: il licenziamento disciplinare per le clip postate sui social. Come riporta Abc, l’azienda ha inviato alla donna questa lettera: “Il 12 marzo 2024 la direzione è venuta a conoscenza del caricamento di una serie di video su TikTok in cui appari con l’uniforme da lavoro e commetti una serie di atti la cui gravità non è tollerata dall’azienda”. Si legge che molti utenti, vedendo la divisa e il nome dell’impresa di pulizie, hanno identificato la ditta Serveo citandola negativamente nei commenti e danneggiandone gravemente l’immagine.
In realtà gli utenti sembrano invece apprezzare la verve della donna e anzi la incoraggiano a pubblicare altri video dove sfoggia la sua briosa vivacità. Anche per questo motivo Maika è letteralmente caduta dalle nuvole quando è stata licenziata, spiegando che la registrazione dei video non era un’operazione quotidiana e che comunque non intaccava minimamente la sua professionalità sul lavoro.
Ha detto di essere una persona allegra e che quei video la aiutavano a tirarsi su di morale durante il lavoro ma, dopo il licenziamento, è tornata a casa piangendo. “Non me l’aspettavo. Credevo fossero venuti a darmi un avvertimento, ma non c’è stato nulla del genere. I video non mi danno da mangiare, il mio lavoro sì” – ha concluso la donna, che comunque non si arrenderà e porterà la vicenda in tribunale, poiché ha detto che ha sempre lavorato con professionalità e che i suoi video in nessun modo possono aver intaccato la reputazione dell’azienda per la quale lavora.