Particolarmente complesso da un punto di vista sia tecnico sia logistico il trapianto di fegato eseguito dal Centro di Torino.
Avendo il fegato del bambino patito un danno ischemico protratto (più di 1 ora di arresto cardiaco), l’organo non ha trovato candidati pediatrici in lista nazionale idonei per riceverlo.
L’organo è stato quindi allocato a un paziente piemontese adulto, affetto da cirrosi e ormai cronicamente ricoverato alle Molinette di Torino per uno stato di encefalopatia epatica cronica penosamente invalidante.
Grazie a un intervento durato più di 12 ore, il professor Renato Romagnoli e la sua equipe sono riusciti nell’impianto del fegato donato utilizzando una tecnica alternativa di jump graft (salto vascolare in lingua italiana) sulla vena mesenterica superiore oltre che un’altrettanto complessa ricostruzione dell’arteria epatica necessitante un tratto di arteria iliaca interposta del donatore.
A meno di 24 ore dall’intervento, il decorso del ricevente del trapianto di fegato nella Terapia Intensiva (diretta dal dottor Roberto Balagna) è al momento privo di complicanze.
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