Pubblicato il 19 Ottobre 2022
Una vicenda per certi versi tragicomica, che però evidenzia quanto lo stalking sia un fenomeno estremamente grave e difficile da debellare in Italia.
Quest’assurda storia risale al 2018 quando un 34enne, per vendetta contro la sua ex che l’aveva lasciato, pensò bene di lanciare bombe molotov contro la casa dove lei abitava. Lo stalker però evidentemente fece qualche errore, poiché le molotov furono lanciate nella casa dei vicini, che non c’entravano nulla con quella brutta storia.
Bomba molotov contro il balcone dell’ex: la ricostruzione dei fatti
I fatti si sono verificati a Ladispoli, in via Flavia, dove una casa fu data alle fiamme. I proprietari dell’abitazione, avvisati da alcuni vicini, fecero immediatamente rientro verso le 22:00 e ritrovarono il balcone incendiato.
Sul posto sopraggiunsero i carabinieri che trovarono sul balcone i resti di una bottiglia di birra con tracce di benzina e un fazzoletto bruciato, usato come stoppino.
Il giorno dopo fu lanciata un’altra bottiglia in giardino contro la portafinestra, rompendola, mentre la sera si ripeté la stessa scena ma nuovamente in terrazzo.
Per i militari non fu difficile risalire ai responsabili, poiché i figli della coppia riferirono di aver annotato la targa di un’automobile che si allontanava dopo il lancio delle molotov.
I carabinieri individuarono l’auto davanti a un bar non distante e fermarono il 34enne, insieme ad altre due persone rivelatesi poi suoi complici: un altro 34enne e un 55enne.
La chiusura del cerchio
Durante le indagini l’ex fidanzata riconobbe il suo ex e così i militari poterono ricostruire l’intera vicenda.
Il 34enne proprio non riusciva ad accettare la fine della relazione con la donna e la tormentava affinché tornasse con lui. Dopo i continui rifiuti, l’uomo decise di mettere in atto il suo piano criminale: vendicarsi lanciando bombe molotov nella casa dove la ex abitava con un’amica.
L’uomo, insieme ad altri 2 complici, lanciò le bombe molotov contro l’abitazione dove riteneva ci fosse la ex, ma in realtà aveva sbagliato casa.
Per i 3 è arrivata la condanna: 4 anni di reclusione all’ex e 3 anni agli altri due complici, con l’accusa di danneggiamento e fabbricazione di armi.
I 3 malviventi, come spiega Il Messaggero, hanno anche presentato il ricorso in appello ieri che è stato prontamente respinto.