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Bombolette incendiarie contro il killer di Sharon Verzeni: trasferito in un altro carcere

Pubblicato il 3 Settembre 2024

Dopo la confessione di Moussa Sangare, killer reo confesso di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate a Terno d’Isola, è stato convalidato il fermo e disposto il carcere. Lo ha stabilito il gip Raffaella Mascarino, che ha accolto la richiesta della procura, ma il 31enne è stato trasferito in un altro istituto penitenziario poiché nel carcere dove si trovava, in via Gleno, è stato bersagliato dagli altri detenuti che gli hanno lanciato contro delle bombolette incendiarie.

Nel contesto della cultura carceraria esiste una sorta di “codice d’onore” non scritto, secondo il quale chi si macchia di crimini particolarmente violenti, come quelli contro donne e bambini, è considerato con disprezzo dagli altri detenuti. La decisione è stata presa quindi per l’incolumità di Sangare e, per motivi di sicurezza, non è stata rivelata la nuova destinazione.

La posizione di Moussa Sangare

Su Sangare pende l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e lui stesso ha ammesso di aver ucciso la povera Sharon senza una spiegazione, ma semplicemente perché era sceso con l’idea di fare del male, anche se non ha saputo spiegare il perché.

Come lui stesso ha rilevato nei giorni prima dell’assassinio della barista, si sarebbe esercitato lanciando coltelli contro una sagoma umana e non ha gettato il coltello usato per l’omicidio poiché, come detto al giudice, voleva tenerlo come souvenir.

L’assassino di Sharon Verzeni incapace di intendere e di volere?

Giacomo Maj, legale di Sangare, non ha escluso la possibilità di effettuare una perizia psichiatrica sul suo assistito, secondo lui un’ipotesi da considerare alla luce delle modalità dell’omicidio. L’avvocato potrebbe chiedere l’incapacità mentale per il 31enne, una strada che al momento sembra difficilmente percorribile.

Lo stesso gip, nella convalida di fermo, pur ammettendo che le dichiarazioni di Sangare destano qualche perplessità sul suo stato mentale, al momento dell’omicidio ma anche nei giorni successivi ha mostrato una notevole lucidità nell’adottare una serie di accorgimenti per non essere scoperto. Accorgimenti che, secondo il gip, evidenziano uno stato mentale pienamente integro.