Pubblicato il 5 Luglio 2020
Il Brasile, focolaio latinoamericano della pandemia di Covid-19, ha autorizzato i test del potenziale vaccino contro il Coronavirus sviluppato dalla società cinese Sinovac, che sarà somministrato a 9 mila volontari nel Paese. L’Agenzia nazionale di vigilanza sanitaria (Anvisa), collegata al ministero della Sanità, ha indicato in una nota che i test del potenziale vaccino, ottenuti da “ceppi inattivi” del patogeno, serviranno a “valutare la sua sicurezza ed efficacia” nel immunizzazione contro il Covid-19.
I test saranno attuati, secondo le previsioni iniziali, a 9 mila persone negli stati di San Paolo, il più colpito in Brasile dalla pandemia, Rio Grande do Sul, Minas Gerais e Paranà, oltre alla capitale Brasilia. Il centro di ricerca dell’Istituto Butantan di San Paolo coordinerà gli studi, dopo aver raggiunto un accordo con il laboratorio cinese per eseguire la terza e ultima fase dei test clinici del possibile vaccino.
Brasile: è il secondo vaccino sottoposto a test
È la seconda volta che le autorità sanitarie brasiliane testano l’efficacia di un vaccino candidato contro il nuovo Coronavirus nel Paese, dopo aver autorizzato gli studi dello scorso giugno di quello prodotto dall’Università di Oxford insieme alla società farmaceutica AstraZeneca.
I test di quest’ultimo sono già iniziati su un gruppo di 2 mila persone e sono condotti dall’Università Federale di San Paolo (Unifesp), con il sostegno finanziario della Fondazione Lemann, del miliardario brasiliano Jorge Paulo Lemann. Il ministero della Salute ha annunciato la scorsa settimana un accordo con l’Università di Oxford e AstraZeneca che le consentirà di produrre il vaccino.
L’accordo impegna il Brasile a erogare 288 milioni di dollari per l’acquisizione di 100 milioni di dosi e il trasferimento di tecnologia per la sua produzione autonoma nel Paese. Il ministero ha riconosciuto che si tratta di un investimento rischioso perché il vaccino, sebbene sia uno dei più promettenti, è ancora nella sua terza fase di studi clinici e la sua efficacia e sicurezza non sono ancora state dimostrate. Il Brasile, con 63.174 morti, di cui 1.290 registrati l’ultimo giorno e 1,5 milioni di casi, è il secondo Paese più colpito al mondo, dopo gli Stati Uniti. (fonte: Agi)