Ha segnato il gol, in pieno recupero, sul campo della Luiss Roma che ha significato, in pratica, la promozione in Eccellenza.
E’ stato per tre stagioni simbolo e capitano di una squadra che ha fatto innamorare, di nuovo, i tifosi rossoblù.
Un amore ricambiato e che non finirà mai anche se oggi le strade di Pierpaolo Bucciarelli e della Vis Sezze si dividono; una separazione che nessuna delle due parti avrebbe mai voluto.
A spiegare quanto successo, in una lunga lettera apparsa sul profilo facebook della Vis, lo stesso capitano: “Oggi scrivo queste parole che rivolgo prima di tutto a voi tifosi, che amate la Vis come fosse cosa vostra (e non è poi di tutti noi, questa nostra Vis?). Scrivo queste parole con la speranza nel cuore che restino solo parole, così che in futuro possa tornare a fare ciò che più amo, ciò che più mi rende vivo.
Sono costretto a fare i conti con un ginocchio che non è in buone condizioni, per colpa di interventi pregressi e svariati traumi subìti.
Mi è stato consigliato di fermarmi, di allontanarmi dal campo per non aggravare questa situazione ed evitare danni peggiori alle articolazioni. Così mi sono fermato. Se mi avessero detto che un giorno sarei stato costretto a scrivere ciò che sto per dirvi, non ci avrei creduto per nulla al mondo. E, invece, eccomi qua.
Purtroppo, questo è il calcio e non importa a che livello lo si giochi. Perché non è tutto rose e fiori e spesso c’è sempre un prezzo da pagare. Tutti noi calciatori siamo ben consapevoli che ogni volta che indossiamo una divisa e ci allacciamo gli scarpini, pronti per scendere in campo, quella volta potrebbe essere l’ultima. Ecco perché dobbiamo sempre dare il massimo, che si tratti di una seduta di allenamento, di un’amichevole o della partita più importante della nostra carriera.
Non voglio sembrare melodrammatico, ma questa è la verità sui rischi di uno sport che mette il corpo dell’atleta sotto costante pressione.
Ciò che più mi addolora è lasciare un gruppo meraviglioso, i miei compagni, con cui ho condiviso negli ultimi tre anni innumerevoli gioie e pochi dolori.
Lascio (a parole, perché il mio cuore sarà sempre qui e farò di tutto per esserci sempre) una società che faccio fatica a chiamare così, perché la considero una seconda famiglia. Sono fiero di aver indossato la maglia rossoblù della Vis e la fascia da capitano per tre, splendidi anni. Mi ha reso orgoglioso per ogni singolo giorno e continuerò a esserlo anche da domani.
Tre anni in cui ho dato tutto, così come la Vis ha fatto altrettanto con me, rendendomi un uomo migliore. Voglio ringraziarvi tutti. Vorrei ringraziarvi uno per uno. Ringrazio il presidente Marco Gaeta, il direttore sportivo Fabrizio Di Emma e il consigliere Cristiano Pallavicino che, non me ne vorranno gli altri, li considero miei amici. Al loro fianco, ringrazio tutti, ma proprio tutti i membri della società, nessuno escluso. Ringrazio i miei compagni di squadra, quelli che ci sono ancora e quelli che non giocano più con la Vis. In questi tre anni ho avuto la fortuna di conoscere ragazzi magnifici, persone di cui vale la pena condividere momenti e conservare ricordi. E ringrazio mister Flavio Catanzani, perché mi ha aiutato a dare tutto. E questo è il regalo più grande che potesse farmi. E, infine, ringrazio di nuovo tutti voi tifosi, che siete il cuore e l’anima di questa società. Il vostro calore mi mancherà più di ogni altra cosa.
Per mio conto, spero solo che queste parole non rappresentino un addio, ma un arrivederci. Voglio crederci. Con tutto me stesso. Oggi, ciò che conta, è vincere la prossima partita. O con la Vis o con nessun’altro“.
Grazie, Pierpaolo.
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