Burano, coloratissimo gioiello nella laguna di Venezia

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L’isola più grande della laguna veneziana, ovvero Murano, è conosciuta in tutto il mondo per la sua tradizione secolare di soffiatura artigianale del vetro. Ma anche la sorella minore meno celebre Burano ha tanto da offrire, in termini di architettura, cultura e  tradizioni: una tappa imperdibile se vi trovate a visitare la città di Venezia.

Come raggiungere Burano da Venezia

Una delle attività a Venezia consigliate da Hellotickets e da altre guide online è proprio visitare l’isola di Burano, la seconda più grande della laguna veneziana. Come raggiungere Burano? Semplicissimo: per chi volesse visitare l’isola in totale autonomia ci sono traghetti che partono abbastanza frequentemente da diversi punti della città, che vi porteranno a Burano in circa 45 minuti; altrimenti si possono trovare diversi tour organizzati, che spesso sono strutturati come una piccola crociera che comprende Burano, Murano e talvolta anche altre isole minori. Il consiglio, in ogni caso, è di prenotare il tour online in anticipo: questo vi permetterà di verificare la disponibilità per il giorno che preferite e di evitare code e affollamenti per prenotare e pagare il giro in barca.

Cosa vedere a Burano

Anche se non tutti la conoscono, Burano è davvero un piccolo gioiello della laguna di Venezia, che conta circa 3.000 abitanti ed è composto da cinque frazioni separate da  tre canali, collegate tramite ponti.

Sin dal primo momento in cui si scorge l’isola dalla barca, l’impatto visivo è notevole: la caratteristica più evidente (e più famosa) di Burano sono infatti le sue case dipinte in colori vivaci. La leggenda narra che furono le famiglie di pescatori e marinai a dipingere le case con tinte accese e brillanti, per aiutare i propri cari a ritrovare la strada di casa o a distinguere la propria abitazione in caso di nebbia. Qualunque sia la loro origine, tali colori obbligano gli abitanti a ridipingere di frequente le proprie case, per mantenerli sempre brillanti e contrastare l’effetto della salsedine e degli agenti esterni.

Fra tutte, c’è una casa ancora più colorata delle altre: si tratta della casa di Bepi Suà, al secolo Giuseppe Tonelli, personaggio buranello rimasto nel cuore dei suoi conterranei. Tonelli lavorò come manutentore presso il cinema locale; alla sua chiusura, si mantenne vendendo caramelle nell’unica piazza cittadina (da qui il soprannome di Bepi delle Caramelle) e continuò a coltivare e diffondere la propria passione per il cinema organizzando cineforum per i bambini del quartiere. L’altra passione di Giuseppe era la pittura, tanto che decise di utilizzare le pareti esterne della propria abitazione come una vera e propria tela, a cui ogni anno aggiungeva un nuovo disegno: la casa di Bepi si trasformò quindi in un coloratissimo, enorme quadro ricco di colori sgargianti e forme geometriche originali, che tutt’oggi viene ammirato e fotografato da tutti quelli che visitano l’isola.

Le case colorate non sono l’unico elemento architettonico interessante di Burano: una delle immagini più note dell’isola è infatti il campanile posto a ridosso della chiesa di San Martino. La sua particolarità? La forte pendenza, dovuta a un cedimento del terreno sottostante (un po’ come accadde per la più celebre delle torri pendenti d’Italia, quella presente a Pisa).

Ma il vero protagonista dell’isola è senza dubbio il Museo del Merletto: ciò che per Murano è il vetro soffiato, infatti, per Burano è il merletto a tombolo, lavorazione tradizionale a metà strada fra artigianato e vera e propria arte. La sede del Museo, aperto nel 1981, ospitava un tempo la Scuola dei Merletti di Burano, fondata circa un secolo prima dalla contessa Andriana Marcello con l’obiettivo di riscoprire e mantenere viva questa antica tradizione. Nel Museo si possono ammirare numerosi merletti veneziani realizzati fra il XVI e il XX secolo (più di duecento), molti dei quali provengono dalla collezione della Scuola stessa. Insieme ai merletti, sono esposti anche disegni preparatori e documenti relativi alla lavorazione, che ne raccontano la storia e le tecniche.

Il Museo del Merletto offre anche la possibilità di vivere un’esperienza unica, ovvero vedere al lavoro le merlettaie ancora attive nella zona della Laguna, che ogni mattina sono presenti nella sede del museo per dare ai visitatori una dimostrazione pratica delle tecniche di lavorazione della secolare tradizione buranella.

Non solo Burano: altre isole da visitare

A poca distanza da Burano si trovano altre piccole isole da visitare, raggiungibili dopo un breve tragitto in vaporetto. Spesso inclusa nei tour multi-isola è Torcello, distante appena 5 minuti, che colpisce per l’atmosfera surreale: l’isola infatti è quasi completamente disabitata, nonostante un tempo fosse la più popolosa della laguna. Lo scarso numero di abitanti, insieme alla vegetazione diffusa che ha ormai preso quasi totalmente il controllo, dà l’impressione di trovarsi in un luogo in cui il tempo è rimasto come sospeso.

L’isola più vicina al centro storico veneziano è invece l’isola della Giudecca, collegata alla città dal canale omonimo. In passato veniva chiamata Spinalonga, a causa della sua forma allungata, ed era abitata principalmente da famiglie nobili e borghesi, che nel corso del tempo hanno qui edificato lussuosi palazzi e ville. Altro punto di interesse imperdibile è la Chiesa della Zitella, progettata dal Palladio, così chiamata poiché aveva la funzione di ospitare le ragazze meno abbienti fino a che non avessero trovato un marito.

Tutti sanno che la città di Venezia è una delle mete più gettonate del Bel Paese, frequentata da turisti italiani e provenienti da tutto il mondo, grazie alla sua particolarità e bellezza; ma anche le isole della sua Laguna, come abbiamo visto, si rivelano ricche di tradizione, storia e architettura e meritano perciò una visita se vi trovate nel capoluogo veneto.

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Redazione Nazionale

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