Sono stati recuperati 33 corpi fino adesso, questo è il numero dei morti al momento accertati del naufragio di questa mattina a Steccato» di Cutro, a 20 chilometri da Crotone, dopo che il peschereccio sul quale si trovavano si è spezzato in due per le pessime condizioni del mare.
Ma, il bilancio sembra essere destinato a diventare di proporzione molto più gravi; secondo quanto si apprende dalle operazioni di soccorso, i migranti ammassati a bordo della barca erano circa 250, questo fa pensare ai soccorritori e agli inquirenti che le vittime del naufragio siano molte di più delle 33 accertate fino adesso. Tra le vittime ci sarebbero numerosi bambini e anche un neonato.
Fino ad ora sono state tratte in salvo circa un centinaio di persone, mentre continuano le ricerche in mare. Fonti della prefettura di Crotone parlano di 33 morti, 70 dispersi e 58 sopravvissuti, di cui quattro sono stati trasferiti in ospedale.
La barca era partita dalla Turchia e a bordo c’erano migranti in arrivo da Iran, Afghanistan e Pakistan; il peschereccio si sarebbe scontrato violentemente contro gli scogli a causa delle onde. Secondo i racconti fatti dai superstiti ai soccorritori, erano almeno 250 i migranti ammassati su quella barca che non ha retto al moto ondoso. Sul posto ci sono la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco, gli equipaggi del 118 e istituzioni civili locali.
Secondo quanto hanno raccontato i sopravvissuti, i migranti “non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto” e alcuni di loro avrebbero raggiunto la costa in maniera fortunosa. Sono ancora molti i cadaveri da recuperare e in mare sono disseminati i resti dell’imbarcazione di legno. In una zona della spiaggia, i sopravvissuti vengono curati dai volontari, mentre accanto c’è una lunga fila di sacchi bianchi. Un elicottero della Guardia Costiera sorvola costantemente la zona, mentre di fronte alla costa pattuglia una motovedetta della Capitaneria di Porto, che, però, si tiene alla larga dalla costa per il forte moto ondoso.
Intanto arrivano le prime reazioni politiche: Il presidente della Regione Calabria, Rocco Occhiuto: “Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti?”
“La Calabria è in lutto per questa immane tragedia. La Giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto. In queste ore sono in campo i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Capitaneria di porto, la Protezione Civile”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
“In Calabria – continua il governatore della Calabria – nel 2022 sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani. I calabresi – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione – hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti”. Immagine di repertorio
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