“La #Sicilia ha una rete idrica colabrodo gestita da cinquanta società diverse. Spende pro capite per la #sanità quanto la #Lombardia dando servizi da terzo mondo. Ha strade dissestate e fatiscenti. Ha una politica integralmente fondata su reti clientelari. I Consiglieri regionali siciliani guadagnano più di tutti gli altri. Si vota a scrutinio segreto in modo da poter costantemente ricattare e avere prebende e marchette da distribuire. L’unica salvezza per i siciliani sarebbe l’uso dei poteri sostitutivi da parte dello #Stato per gestire i servizi essenziali e lo scioglimento del Consiglio regionale”.
Con queste parole di fuoco Carlo Calenda ha attaccato la Regione Sicilia, chiedendo senza mezzi termini lo scioglimento del consiglio regionale e snocciolando tutte le criticità e le problematiche che attanagliano la regione, a partire dalla crisi idrica per la quale si fa fatica a trovare una soluzione.
L’attacco frontale di Calenda alla Regione Sicilia è arrivato dopo che l’Assemblea Regionale, come riportato dal Corriere, ha approvato un pacchetto di finanziamenti straordinario. Sono stati stanziati 100 milioni di euro destinati ai territori, con una media di 1,4 milioni di euro per ciascuno dei 70 deputati. Questa distribuzione, che ha toccato sia la maggioranza sia l’opposizione, è stata possibile grazie a una lista di ben 1.202 voci di spesa.
La Finanziaria regionale è stata approvata senza ricorrere all’esercizio provvisorio. Questo risultato è stato raggiunto in un clima di apparente pacificazione tra le forze politiche, con il centrodestra e l’opposizione che hanno trovato un accordo su tre documenti contabili principali: la legge di Bilancio, la legge di Stabilità e il collegato. Il valore complessivo di queste misure si attesta a circa 950 milioni di euro.
Il pacchetto da 100 milioni di euro, assegnato senza bando pubblico, ha generato un acceso dibattito e sollevato un altro polverone di polemiche. Le risorse, che spaziano da interventi infrastrutturali a sagre, feste locali, manifestazioni sportive e promozioni turistiche, sono state distribuite su indicazione diretta dei deputati. L’unico a opporsi alla pratica è stato Ismaele La Vardera del gruppo misto, che ha criticato l’assenza di criteri trasparenti, definendola “una caccia all’amico”.
Alcuni parlamentari regionali sono riusciti a far approvare oltre 15 richieste di finanziamento ciascuno e uno dei casi più lampanti è stato quello di Modica, nel Ragusano, che ha ottenuto oltre 2,2 milioni di euro grazie al sostegno di importanti deputati sia di maggioranza che di opposizione. Più di 100 associazioni culturali avevano chiesto, invano, che le risorse venissero distribuite tramite bandi pubblici proprio per evitare favoritismi.
La gestione dei fondi ha attirato dure critiche dall’Anci regionale e in particolare il presidente Paolo Amenta ha denunciato la frammentazione delle risorse e la mancanza di misure strutturali per sostenere i Comuni, molti dei quali rischiano ancora il dissesto finanziario. Anche il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, ha ammesso che “Non c’era la volontà politica di assegnare i contributi solo tramite bando“, promettendo di affrontare il problema con una nuova legge nel prossimo anno.
Il caso ha diviso anche il Partito Democratico, con il segretario regionale Anthony Barbagallo che ha condannato la Finanziaria, definendola “clientelare”, mentre il gruppo parlamentare del Pd all’ARS ha rivendicato il successo nell’ottenere fondi per il trasporto pubblico e il sostegno ai soggetti autistici. Sul fronte del centrodestra le tensioni interne continuano, con la competizione tra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e la Dc di Totò Cuffaro.
In questo contesto torna in scena Raffaele Lombardo, leader degli autonomisti, assolto di recente in via definitiva. Lombardo ha lanciato critiche alla gestione sanitaria regionale e ha sorpreso molti alleati con l’idea di un “grande partito di centro che guarda a sinistra”, una proposta che aggiunge ulteriore imprevedibilità a uno scenario politico di per sé già molto complesso.
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