Al deposito Eni dove si è verificata esplosione la si era resa necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni.
E’ quanto risulta dai primi accertamenti della Procura a poco più di 48 ore dalla tragedia.
La Procura indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all’innesco dell’esplosione. Intanto, l”intero deposito è stato posto sotto sequestro per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio.
Mentre l’incendio è spento, cresce la rabbia dei lavoratori.
E’ stato proclamato anche oggi uno sciopero di due ore alla raffineria di Livorno.
“Il buon senso, come è evidente a tutti, ci dice che quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte. Mi faccio carico anche delle preoccupazioni del territorio”, ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
“Quando fu realizzato alla fine degli anni ’50, lì era tutta aperta campagna e la localizzazione era appropriata, ma oggi no. Tutto attorno ci sono capannoni, aziende, residenze, la zona è densamente antropizzata e popolata. È evidente che per funzioni simili servano oggi luoghi più appropriati”, ha evidenziato Giani.
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