Pubblicato il 16 Febbraio 2022
È quanto denuncia il segretario provinciale della Slc Cgil di Taranto
“A Taranto, nei pressi di viale Magna Grecia, c’è un’azienda di call center che lavora per conto di Enel Energia che offre ai collaboratori un contratto in cui si sostiene che la paga oraria è quella prevista dall’accordo nazionale per i contratti a progetto (circa 8 euro l’ora), ma con una ‘piccola’ clausola: la paga viene rispettata solo se il lavoratore riesce a produrre, per conto dell’azienda, ben 18 contrati. Se non raggiunge questo livello di produttività, ha diritto solo ad un rimborso di 250 euro al mese”.
È quanto denuncia il segretario provinciale della Slc Cgil di Taranto, Andrea Lumino, spiegando che “conti alla mano, se si lavora circa 80 ore al mese (20 ore alla settimana per 4 settimane) senza raggiungere i 18 contratti, il lavoratore, che ha effettivamente sacrificato tempo e lavoro, percepisce un ‘rimborso spese’ (così come riportato in busta paga) di circa 3 euro l’ora: una mercificazione vergognosa del lavoro, nella forma e nella sostanza”.
Secondo il sindacalista, “che questo avvenga per conto di Enel Energia, azienda a partecipazione statale che sta incassando moltissimo a seguito del caro bollette, rende squallida tutta la vicenda. E sorvoliamo sulla fattispecie per la quale, in questa azienda, la formazione per lavorare (5 giorni) e la prova non sono retribuiti. Come Slc Cgil di Taranto non fermiamo quella che è stata una delle nostre battaglie di questi anni: anche questa azienda è stata denunciata da noi ed auspichiamo un rapido intervento delle forze dell’ordine”. “Enel Energia – conclude Lumino – tolga appalto a questa società e garantisca l’assorbimento di quei lavoratori sul territorio a condizioni normali e dignitose”.