Si chiama “Bosco Colto” il progetto di rigenerazione del territorio e delle città di cui sono promotori, insieme alla Struttura Didattica Speciale di Architettura (con il prof. Marco Navarra) dell’Università di Catania, associazioni ed enti del territorio che si occupano di cultura e socialità: Makramè, Extopia, cooperativa Terra Nostra, Associazione Architetti del Calatino, Nave Argo, Koinè, Legambiente circolo Il Cigno, Il Ramarro, Gelòi Wetland e Impronte Vegetali.
Il progetto, che ha preso avvio lo scorso sabato pomeriggio a Palazzo Libertini, vede a fare gli onori di casa l’assessore alla Rigenerazione urbana e vicesindaco Paolo Crispino, che ne ha sottolineato la valenza “anche come proficuo ed efficace metodo di coinvolgimento e partecipazione da estendere ad altri settori”, e si articola in due momenti.
Il primo è “Rasoterra, Imparare dalla Selva”, il Campus territoriale che si svolge sino al 2 settembre in più sedi tra Caltagirone (nel giardino dell’ex Educandato San Luigi) e il borgo di Santo Pietro ed esplora, coinvolgendo una cinquantina di giovani partecipanti da tutta Italia (in larga parte studenti di architettura), un campo di creatività trasversale dove si incontrano l’architettura, l’arte, la fotografia, il video, le tecniche del design, della scrittura, della comunicazione e della gastronomia. Il Campus diventa, quindi, l’occasione per valorizzare il borgo e il bosco di Santo Pietro e le sue indiscutibili potenzialità.
Il secondo momento è “Bosco Colto Fest”, il Festival che si svolgerà da venerdì 2 a domenica 4 settembre in due sedi (il giardino dell’ex Educandato San Luigi e il cortile della Stazione sperimentale di Granicoltura, nel borgo di Santo Pietro) con un programma di eventi che incroceranno ricerca e innovazione attraverso la musica, il teatro, incontri, dialoghi e degustazioni enogastronomiche. Si tratta di diversi appuntamenti incentrati sulla riscoperta dei luoghi e sulla rigenerazione.
Nave Argo cura la sezione teatro con un programma di tre spettacoli, due dei quali dedicati ai bambini e alle famiglie, ispirati a racconti famosi e meno famosi contenuti nello sterminato corpus di Giuseppe Pitrè, medico, etnologo, letterato e, soprattutto, pioniere degli studi sul folklore in Italia.
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