Pubblicato il 17 Luglio 2020
Una finestra aperta sule infiltrazioni camorristiche a Napoli, quartiere per quartiere. La relazione semestrale della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, traccia i mutamenti del fenomeno criminale e i nuovi traffici, aprendo uno squarcio su quelli che sono i territori più o meno controllati.
La camorra in città
Nella città di Napoli lo scenario criminale continua a presentarsi mutevole ed eterogeneo, caratterizzato, da un lato, da dinamiche violente ed incontrollate da parte di giovanissimi desiderosi di protagonismo e, dall’altro, da una profonda rimodulazione degli equilibri tra gli storici clan napoletani. Rimodulazioni conseguenti anche ad operazioni che, in alcuni casi, hanno indebolito alcuni clan, determinando, come conseguenza ulteriore, una trasformazione delle alleanze cittadine e quindi dei rapporti di forza tra i vari sodalizi. In alcune zone – centro storico e periferia ad est di Napoli – le tensioni sono più evidenti, spesso alimentate da sodalizi strutturati che tentano di espandere la loro sfera d’azione appoggiando i gruppi locali.
L’area Centrale
AREA CENTRALE – quartieri Avvocata, San Lorenzo/Vicaria, San Carlo Arena/Stella, Mercato/Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia/San Ferdinando/ Posillipo. Nel centro cittadino si registra una vera e propria effervescenza criminale, che vede una pluralità di gruppi che si contendono il monopolio sui traffici illeciti del quartiere di riferimento, in un fluido e continuo alternarsi di alleanze. Questi gruppi spesso si legittimano per la presenza nell’organigramma di alcuni giovani membri di storiche famiglie camorristiche, optando per una strategia di affermazione nel territorio fatta soprattutto di azioni di fuoco che si traducono talvolta in fatti di sangue. Lo scenario descritto è espressione di un fenomeno camorristico di basso rango, seppur violento, per sottolineare la propria esistenza, specializzato per lo più nella gestione delle piazze di droga e nelle estorsioni.
Nel contempo, sono molto attivi gli storici clan del Centro cittadino che, invece, indirizzano le proprie attività verso il riciclaggio ed il reimpiego del patrimonio accumulato, limitandosi a percepire quote dai predetti gruppi di basso rango, a loro subordinati.
In sostanza, in questo panorama permangono inalterati gli equilibri consolidati da alleanze trasversali tra gli storici clan cittadini e quelli della provincia.
Forcella, Maddalena, Tribunali e Decumani
Nei quartieri di Forcella, Maddalena, Tribunali e Decumani continua a registrarsi una situazione di acceso antagonismo tra il clan SIBILLO, unico superstite della “paranza dei bambini”, cartello formato anche dai clan GIULIANO, AMIRANTE e BRUNETTI, e lo storico clan MAZZARELLA, appoggiato dalla locale famiglia BUONERBA (cd. Barbudos). Il 6 novembre 2019 il clan SIBILLO è stato ulteriormente destabilizzato da una nuova ordinanza di custodia cautelare che ha colpito 22 soggetti, tra elementi di vertice e sodali, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti.
A seguito dell’indebolimento dei sodalizi antagonisti, la storica famiglia MAZZARELLA ha iniziato a tessere una serie di alleanze che le hanno consentito di riaffermare la propria egemonia, riappropriandosi man mano del controllo di gran parte del Centro Storico. I numerosi episodi di esplosioni di arma da fuoco e ferimenti, nonché il rinvenimento di armi e munizioni sono indicativi di una ulteriore fase evolutiva degli equilibri criminali, che vedrebbe il ritor- no della potente famiglia camorristica su tutta l’area del centro cittadino. Al cartello dei MAZZARELLA hanno aderito diversi clan della città di Napoli così come dell’area orientale (dopo il clan FORMICOLA risulterebbe anche un riavvicinamento della famiglia SILENZIO di San Giovanni a Teduccio) e della provincia meridionale (Portici, San Giorgio a Cremano, Somma Vesuviana e Marigliano).
Nel dettaglio, nel quartiere dei Decumani, ove all’inizio del 2019 sono state registrate numerose azioni intimidatorie (cd. stese) e danneggiamenti in danno di alcune storiche pizzerie, il 25 luglio 2019 i Carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla DDA di Napoli, nei confronti di tre esponenti di vertice del gruppo PEREZ, legati al clan MAZZARELLA, autori nel mese di gennaio 2019 di alcune delle citate azioni minacciose e degli attentati nei confronti di ristoratori
A Forcella la famiglia BUONERBA, fedelissima del clan MAZZARELLA ma attualmente in crisi operativa per la detenzione dei vertici e di numerosi affiliati, si trova a fronteggiare il tentativo di affermazione nel territorio di un gruppo scissionista del clan GIULIANO, il clan VICORITO- DE MARTINO di Borgo Sant’Antonio, noto anche come “la Paranza dei Vicoli”, sostenuto dai CONTINI e dai SALTALAMACCHIA dei Quartieri Spagnoli. Nelle zone Mercato e Case Nuove si conferma l’operatività del clan MAZZARELLA attraverso un gruppo crimi- nale satellite, rappresentato dai CUOMO, che sarebbe subentrato al clan CALDARELLI, storica famiglia presente alle “Case Nuove”, ritenuta non più alleato affidabile dagli stessi MAZZARELLA a causa dei contatti con l’avversa famiglia RINALDI, anche questa con mire espansionistiche nell’area.
Nel quartiere Poggioreale permane la storica contesa tra i clan CONTINI e MAZZARELLA per il controllo e la gestione delle attività illecite (peraltro estesa anche in altre aree cittadine attraverso sodalizi di riferimento), mentre nella zona del Rione Sant’Alfonso e di via Stadera il controllo criminale del territorio è riconducibile ad esponenti di spicco del clan CONTINI.
Quest’ultimo sodalizio, da sempre legato – anche per vincoli familiari – ai clan BOSTI, LICCIARDI e MALLARDO, sebbene fortemente colpito da arresti, da misure ablative e dalle collaborazioni di diversi affiliati, rappresenta tuttora uno dei più potenti e strutturati sodalizi cittadini e può contare ancora su affiliati di rango, recentemente scarcerati. Il clan mantiene il controllo di un’ampia area del territorio cittadino, che partendo dall’area di Secondigliano, comprende i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, San Carlo Arena, i Rioni Amicizia e Sant’Alfonso e Borgo Sant’Antonio Abate. Per frenare le mire espansionistiche del contrapposto clan MAZZARELLA e per ampliare il suo raggio d’azione, il clan CONTINI ha sostenuto numerosi gruppi minori nello scontro con il citato sodalizio rivale, anche attraverso l’apporto e il contributo di propri esponenti di spicco.
Mostrando vitalità criminale e abilità nel diversificare le fonti di profitto, dal narcotraffico internazionale al riciclaggio, al reinvestimento dei capitali illeciti in numerose attività produttive d’impresa (come ampiamente emerso nell’ambito dell’operazione “Cartagena”del giugno 2019), il clan CONTINI ha orientato le sue attenzioni anche verso altre regioni611 esportando metodi propri della criminalità organizzata campana nella gestione delle attività illecite. Inoltre, in alcuni casi, il clan ha individuato nuovi canali di profitto estremamente fruttuosi, come è emerso nel corso delle indagini condotte dalla Polizia di Stato che, l’8 novembre 2019, nell’ambito dell’operazione “Condor”, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un articolato gruppo composto da soggetti napoletani. Questi avevano ideato e realizzato un sistema criminale di truffe in danno di anziani che travalicava i confini regionali (una proficua base operativa è stata individuata anche in Lombardia) e nazionali, garantendo ingenti entrate economiche al sodalizio del Vasto.
Quartieri Spagnoli
Nei Quartieri Spagnoli, le dinamiche criminali restano profondamente instabili a causa di numerose scarcerazioni eccellenti e per una serie di eventi recenti che hanno contribuito a destabilizzare ulteriormente gli equi- libri tra i gruppi criminali che si contendono l’egemonia nel territorio. Permane una contrapposizione tra le famiglie SALTALAMACCHIA (federata con i gruppi RICCI ed ESPOSITO) e i clan MARIANO e MASIELLO, le cui alleanze si sono protese anche verso altri gruppi criminali cittadini. La famiglia SALTALAMACCHIA, il cui reggente è stato scarcerato il 23 dicembre 2019 insieme ad altri sodali di rilievo del gruppo, continua ad avere relazioni con i gruppi LEPRE-CIANCIULLI del Cavone e DE MARTINO-VICORITO di Forcella, mentre la famiglia MASIELLO ha mostrato, di recente, un’apertura e una contiguità con il clan MAZZARELLA, che nell’area mantiene già solide relazioni con il clan MARIANO.
Nella zona cd. Sedile di Porto – territorio che si estende da via Mezzocannone alla via Marina e via Roma, non- ché sull’area compresa tra Santa Chiara e Piazza Bovio – sono attivi i clan TRONGONE, fedelissimo del clan MARIANO, e PRINNO, legato ai MAZZARELLA, che si contendono la gestione di numerose piazze di spaccio e le estorsioni in danno dei commercianti e degli imprenditori del quartiere.
Porto di Napoli
L’area del Porto di Napoli, da sempre ritenuta un punto nevralgico per il traffico di sostanze stupefacenti, di merci contraffatte e di altre attività illecite, risulta sottoposta al controllo del gruppo criminale MONTESCURO, egemone nel rione Sant’Erasmo, il cui anziano reggente è considerato un personaggio di notevole carisma criminale che, da almeno vent’anni, rivestirebbe il ruolo di mediatore nelle controversie insorte tra le diverse organizzazioni di camorra. L’operatività del clan MONTESCURO nel controllo delle attività illecite nel porto di Napoli e la posizione di primo piano del capoclan nel panorama criminale napoletano sono state evidenziate nell’ambito dell’operazione “Piccola Svizzera”, conclusa dalla Polizia di Stato il 24 ottobre 2019. Le indagini hanno fatto luce su un capillare sistema estorsivo attivato dai MONTESCURO in danno di imprenditori attivi nel porto di Napoli e delle ditte impegnate nei lavori di rifacimento e manutenzione della sede stradale che parte da via Marina e interessa anche l’area portuale fino alla zona orientale. È stata, altresì, documentata “la capacità del clan MONTESCURO di infiltrarsi nel tessuto produttivo con una notevole attività di riciclaggio”, riuscendo a stabilire un rapporto con gli imprenditori assoggettati alle estorsioni, una sorta di perversa dipendenza in grado di garantire loro protezione e in qualche modo una posizione di privilegio nell’aggiudicazione dei lavori. Con riferimento a tale contesto, il GIP si è espresso sottolineando che non si sia trattata di contiguità alla criminalità organizzata bensì “un fenomeno avvilente e svilente per un’imprenditoria rassegnata a dover fare i conti con una mala- vita spregiudicata”. Il boss, grazie ad una rete di contatti si serviva di intermediari attraverso i quali poteva avere notizie su appalti e lavori pubblici appetibili e sugli imprenditori che se ne occupavano. L’attività estorsiva consumata nei confronti delle imprese impegnate per la ristrutturazione del porto di Napoli era, peraltro, condivisa dai MONTESCURO con il clan MAZZARELLA. Più in generale, le investigazioni hanno anche documentato la partecipazione di esponenti di vertice di numerosi clan cittadini nella ripartizione delle quote delle estorsioni in base all’influenza nel territorio. È stato in questo modo evidenziato il ruolo rivestito dall’ “autorevole” reggente del clan MONTESCURO nel mantenere le relazioni con esponenti di altre organizzazioni criminali, anche in conflitto tra loro, senza mai pregiudicare l’autonomia del proprio gruppo, operando, infine, come esattore delle quote delle estorsioni per la successiva ripartizione tra tutte le organizzazioni criminali interessate.
Sanità
Passando al quartiere Sanità, questo è da tempo teatro di cruenti scontri e risulta conteso tra diversi gruppi camorristici locali e del quartiere di Secondigliano, la cui ambizione criminale è stata sempre quella di conseguire un pieno controllo dell’area. Ultimamente, gli assetti criminali del quartiere sono stati significativamente alterati dai numerosi arresti avvenuti il 25 novembre 2019, nell’ambito dell’operazione “Stella nera” , di elementi apicali e affiliati del locale clan MAURO, presente nell’area cd. dei Miracoli e federato al clan VASTARELLA. In tale contesto, si potrebbe assistere al ritorno criminale nel quartiere dei clan antagonisti SEQUINO-SAVARESE, sostenuti dalla famiglia MAZZARELLA. È proprio in questa prospettiva che andrebbero letti taluni episodi intimidatori, commessi tra i mesi di luglio e ottobre 2019, con esplosioni di colpi di arma da fuoco nelle zone abitate o frequentate da soggetti vicini ai clan in conflitto.
Nell’area compresa tra i quartieri San Ferdinando, Chiaia e Posillipo permane l’operatività del clan ELIA, originario della zona del Pallonetto Santa Lucia, i cui superstiti si sono riorganizzati sotto la guida della famiglia NOCERINO, fautrice dell’intesa con il sodalizio SALTALAMACCHIA dei Quartieri Spagnoli.
Permane nei vicoli a ridosso della Riviera di Chiaia il controllo del gruppo STRAZZULLO e l’operatività anche dei gruppi PICCIRILLO e CIRELLA, mentre nella zona della Torretta, il ritorno in libertà di alcuni esponenti apicali del clan FRIZZIERO e il sostegno del sodalizio da parte della famiglia MAZZARELLA farebbero ipotizzare una ripresa delle attività criminali gestite dal clan; nella zona della Salita Vetreria opera il gruppo INNOCENTI e nel quartiere di Posillipo si conferma la presenza del clan CALONE.
Area Settentrionale
Quartieri Vomero ed Arenella, Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano.
Le dinamiche criminali che riguardano l’area nord di Napoli continuano ad essere oggetto di rimodulazione sia a causa della disgregazione di alcuni clan storici, in particolare i LO RUSSO di Miano, sia per il ridimensionamento dei sodalizi VANELLA-GRASSI e AMATO-PAGANO, le cui strutture sono state indebolite da provvedimenti cautelari e ablativi e dalla decisione intrapresa da elementi di vertice e affiliati di collaborare con la giustizia. Nell’area permane l’operatività di due storici sodalizi, rappresentati dai DI LAURO e dai LICCIARDI che, pur destinatari, negli ultimi anni, di provvedimenti restrittivi che ne hanno colpito vertici e la struttura organizzativa, conservano intatta la loro autorevolezza criminale. I DI LAURO possono contare sulla guida del sodalizio da parte dei figli del fondatore del clan, che garantiscono la continuità nella gestione e nel controllo delle attività illecite, orientate sempre verso il traffico di stupefacenti e il riciclaggio. Nel quartiere Scampia, alcune delle piazze più redditizie dell’intera area (parte del cd. Lotto G e la piazza di spaccio della “Vela Celeste”) continuano ad essere gestite da pregiudicati legati al clan cd. della VANELLA GRASSI, i cui elementi di vertice, già detenuti, sono stati colpiti, il 26 settembre 2019, da un’ordinanza di custodia cautelare per un duplice omicidio commesso per esautorare il clan AMATO-PAGANO dalla gestione delle piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano. Il clan della VANELLA GRASSI, orfano dei suoi principali esponenti, appare in difficoltà operativa, avendo perso la connotazione di gruppo criminale forte e con una propria autonomia nel territorio di Secondigliano e aree limitrofe; di questa situazione di debolezza ne avrebbero approfittato ulteriori piccoli gruppi interessati allo spaccio di sostanze stupefacenti e collegati a sodalizi più strutturati presenti nell’area.
In tal senso, a San Pietro a Patierno è attivo il gruppo GRIMALDI (legato al clan LICCIARDI), che di fatto sta esau- torando il sodalizio della VANELLA-GRASSI, generando tensioni anche verso altri clan, nell’ottica del controllo di taluni comparti di Scampia (come il Lotto P, il Lotto G, il Lotto K) e di parte di Secondigliano. La debolezza del clan VANELLA-GRASSI ha determinato un tentativo di rientro a Secondigliano e Scampia del clan AMATO-PAGANO, che dopo la cd. terza faida di Scampia, era stato estromesso dall’area e costretto a ripiegare nei co- muni di Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Arzano e Casavatore.
Contando sull’apporto di storici elementi rimasti nel territorio e sul ruolo di fornitore di stupefacente, soprattutto del tipo cocaina, ai gestori delle piazze di spaccio, il clan AMATO-PAGANO ha stretto accordi con i gruppi ABETE ed ABBINANTE, significativamente falcidiati dai numerosi provvedimenti cautelari, e con il gruppo NOTTURNO (i cui fondatori o sono detenuti o sono collaboratori di giustizia). Le relazioni tra il clan AMATO-PAGANO e i citati sodalizi sono state documentate anche nell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 3 luglio 2019 nei confronti di esponenti di vertice e affiliati per un omicidio commesso nel 2011 a Casavatore. Inoltre, proprio il tentativo di rientro degli AMATO-PAGANO e il conseguente strappo degli equilibri nell’area di Secondigliano potrebbe rappresentare una delle chiavi di lettura dei due omicidi, consumati nell’arco di un solo giorno, il 7 settembre 2019, di un affiliato degli AMATO-PAGANO e di un soggetto vicino al clan MARINO cd. delle Case Celesti, sodalizio ritenuto contiguo ai VANELLA-GRASSI.
Riguardo al cartello dei cd. scissionisti AMATO-PAGANO, il 24 ottobre 2019, nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia, il Procuratore della Repubblica di Napoli, come ricordato in premessa, ha menzionato alcune lettere inviate da esponenti di vertice detenuti che “…annunciavano volontà collaborative, che poi si sono espresse solo in affermazioni di tipo dissociativo. È impossibile – ha sottolineato il Magistrato – non leggere in questa concentrazione temporale il segno di una strategia di tutto il vertice dell’organizzazio- ne…dove alcune di queste figure sono oggetto di condanne definitive”.
La ricomparsa del fenomeno della dissociazione, già utilizzato in passato per ottenere sconti di pena, sembrerebbe una strategia processuale finalizzata ad accedere alle misure premiali previste per i detenuti condannati in via definitiva. Un cambiamento, questo, che potrebbe avere come obiettivo quello di ottenere l’applicazione delle recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte Costituzionale, che hanno sancito la parziale incostituzionalità del cosiddetto ergastolo ostativo.
Emergerebbe quindi un astuto pragmatismo da parte di esponenti apicali dei clan, ispirato solo a evitare la condanna detentiva a vita o a ottenere benefici di legge in materia di permessi.
In via Limitone di Arzano, nell’area delle cd. Case Celesti, permane l’operatività della famiglia MARINO, che trae dalla fiorente piazza di spaccio le risorse economiche per l’intero sodalizio criminale. Nel territorio di Secondigliano-Scampia operano altri gruppi criminali, come la famiglia CESARANO nel Rione Kennedy, la famiglia CARELLA nel Rione Berlingieri, i già citati GRIMALDI a San Pietro a Patierno, MAIONE nel Perrone e RISPOLI nella zona cd. di Largo Macello.
L’altro potente sodalizio, con influenza su tutto il territorio del quartiere di Secondigliano, è il clan LICCIARDI della Masseria Cardone, il cui ruolo apicale è ricoperto dalla sorella del defunto fondatore del clan, coinvolta unitamente ad altri affiliati nell’operazione “Cartagena” del giugno 2019637. Il clan conferma la spiccata capacità di diversificare i propri interessi criminali, orientandoli non solo nella gestione del traffico e dello spaccio di stupefacenti ma anche in altri contesti, come il controllo della filiera della contraffazione e di ampi segmenti produttivi. Un’indagine del 16 dicembre 2019 ha svelato le mire del clan verso il controllo dell’intero mecca- nismo produttivo del Centro Commerciale ex Birreria Peroni, presente nella Masseria Cardone, attraverso l’imposizione di un proprio affiliato nella società, con il compito di organizzare punti di ristoro e di vendita in varie aree cittadine, al fine di realizzare nuove attività commerciali controllate dallo stesso clan. Il coinvolgimento di esponenti di spicco del sodalizio ha confermato l’evoluzione del sistema criminale LICCIARDI, che tenta di fare sempre più impresa con il precipuo interesse di contaminare il circuito economico finanziario del territorio, ampliandone il controllo approfittando della ridotta operatività del clan LO RUSSO. Quest’ultimo ha evidenziato relazioni con altre organizzazioni criminali fuori dai confini regionali, condividendone gli affari.
Per quanto concerne l’evoluzione delle dinamiche criminali nei quartieri di Miano, Marianella e Piscinola, proprio l’arresto di numerosi affiliati al clan LO RUSSO e il percorso di collaborazione intrapreso da alcuni elementi fondatori dello storico sodalizio, hanno rafforzato i propositi espansionistici del confinante clan LICCIARDI e l’affermazione di gruppi criminali che si sono divisi il territorio di Miano nella gestione delle attività illecite: nell’area cd. ‘Ncopp Miano’ opera il gruppo CIFRONE, in sinergia criminale con i PERFETTO (imparentati con i LO RUSSO), mentre nell’area cd. ‘Abbasc Miano’ sono attive le famiglie BALZANO, SCARPELLINI e D’ERRICO. Si tratta di aggregati criminali composti da elementi orbitanti, in passato, nella galassia del clan LO RUSSO e oggi protagonisti di una violenta contrapposizione. Nel comprensorio di Chiaiano, permane il gruppo STABILE, legato al clan LICCIARDI che, dopo un periodo di flessione, sembra aver ripreso il controllo delle attività illecite.
Nei quartieri Vomero e Arenella, l’assenza dei capi storici e di numerosi affiliati dei clan CIMMINO e CAIAZZO ha determinato il tentativo di penetrazione da parte di soggetti appartenenti ad altri sodalizi – tra i quali proprio il clan STABILE, legato ai LICCIARDI – orientati al controllo delle attività illecite nell’ambito dell’importante comprensorio ospedaliero.
Area Orientale
Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra.
L’area orientale cittadina resta caratterizzata dallo storico scontro tra la famiglia MAZZARELLA – che ha la sua roccaforte a Poggioreale, nel rione Luzzatti – e i RINALDI del Rione Villa, che si contendono l’egemonia territoriale e la gestione delle attività illecite nell’intero quartiere e sulle aree limitrofe. Gli equilibri tra i due sodalizi sono stati fortemente condizionati da una serie di eventi che hanno imposto inevitabilmente un riassetto degli organici. Un ulteriore importante elemento di novità rispetto agli assetti criminali dell’area è da individuarsi nella scelta intrapresa, nel mese di luglio 2019, dal figlio di uno dei fondatori del clan D’AMICO di collaborare con la giustizia.
Questi, dopo l’arresto dello zio, era divenuto esponente di vertice del sodalizio, emblema di una nuova generazione criminale in grado di garantire la continuità operativa della consorteria camorristica di appartenenza, da sempre legata al clan MAZZARELLA, di cui è componente di riferimento nel quartiere di San Giovanni a Teduccio e aree circostanti. E proprio tale decisione avrebbe provocato alcuni atti intimidatori in danno di suoi congiunti.
Lo stesso ruolo ricoperto nel clan da lui lasciato vuoto potrebbe incidere in modo significativo sulla rimodulazione degli attuali assetti criminali nel quartiere e sulla storica alleanza tra i clan MAZZARELLA e D’AMICO. L’apporto conoscitivo delle dinamiche interne e delle strategie adottate da ciascun schieramento offerto dai collaboratori di giustizia ha permesso agli investigatori di acquisire ulteriori elementi sulla rete di alleanze intessute sia dal clan MAZZARELLA che dai contrapposti RINALDI. Alleanze che vedono coinvolti gruppi criminali presenti non solo nell’area orientale ma anche nel centro cittadino e in provincia: da un lato, per i RINALDI, troviamo i RINALDI-REALE e i SILENZIO (stanziati in via Taverna del Ferro, in passato legati ai FORMICOLA), ai quali sono federate le famiglie MINICHINI-SCHISA-DE LUCA BOSSA di Ponticelli, il cartello CUCCARO-APREA di Barra e i SIBILLO della zona centrale dei Decumani. Sul fronte contrapposto, a fianco allo storico clan MAZZARELLA risultano, oltre ai citati sodalizi del centro storico (BUONERBA di via Oronzo Costa, SEQUINO e SAVARESE della Sanità), i gruppi D’AMICO del Rione Villa, MONTESCURO di Sant’Erasmo, i LUONGO di San Giorgio a Cremano, i DE BERNARDO di Somma Vesuviana (NA) e i FORMICOLA di San Giovanni a Teduccio. Il riavvicinamento al clan MAZZARELLA del gruppo FORMICOLA – riconciliatisi dopo una fase di avvicinamento di questi ultimi al clan RINALDI – ha determinato una ulteriore fluidità degli equilibri nell’area, anche per la gestione delle attività criminali, considerato che la menzionata famiglia FORMICOLA avrebbe il controllo di numerose piazze di spaccio per la vendita di sostanze stupefacenti e delle estorsioni in una vasta zona del quartiere di San Giovanni a Teduccio e zone limitrofe.
Nel quartiere Ponticelli, la deflagrazione del clan DE MICCO e l’indebolimento operativo dell’avversario clan D’AMICO hanno contribuito a rendere la zona terreno fertile per altri gruppi coalizzatisi in un unico cartello, composto dalle famiglie DE LUCA BOSSA- MINICHINI-SCHISA. Questo sodalizio e i clan alleati, sebbene abbiano subìto importanti contraccolpi giudiziari, rimangono il gruppo più strutturato sull’intero quartiere, con proiezioni nel vicino comune di Cercola. Permane comunque l’operatività della contrapposta famiglia DE MARTINO, fedelissima ai DE MICCO. Nel quartiere e, in particolare, nel Rione Luzzatti si conferma il forte radicamento della famiglia CASELLA – articolazione del disciolto clan SARNO – i cui esponenti di vertice ed affiliati, destinatari nel mese di settembre 2018 di un provvedimento restrittivo che ne aveva disarticolato la struttura, sono stati scarcerati nel mese di ottobre 2019 per un difetto procedurale.
Nel quartiere Barra permane, stabile ed incontrastato, il controllo delle attività illecite da parte del clan CUC- CARO-APREA, la cui attuale reggenza avrebbe allacciato una serie di alleanze con i clan dei limitrofi quartieri di San Giovanni e di Ponticelli, rispettivamente, con i RINALDI-REALE- SILENZIO e DE LUCA BOSSA-MINICHINI-SCHISA.
Area Occidentale – quartieri Pianura, Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo, Rione Traiano
Nella zona occidentale di Napoli, la frammentazione elevata dei gruppi criminali nel territorio – motivo, nel tempo, di continui scontri per aggiudicarsi il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni – e la perdurante detenzione dei vertici decisionali e degli elementi maggiormente rappresentativi hanno generato una situazione di instabilità e tensioni nell’area. L’ascesa di figure di secondo piano cresciute all’interno dei rispettivi clan sembra aver assicurato, in alcuni casi, la continuità nella gestione delle attività illecite; in altri casi ha dato luogo a nuove formazioni camorristiche, determinate a conquistare spazi di operatività anche a rischio di violenti scontri.
In tal senso possono essere letti i sequestri, effettuati nel quartiere di Pianura, di armi e munizioni e la ricomparsa nel territorio di affiliati di rango dotati di un’elevata capacità aggregativa. L’emissione di provvedimenti restrittivi a carico dei clan contrapposti PESCE-MARFELLA e MELE, continuano a erodere fortemente le strutture di entrambe le organizzazioni criminali, anche grazie all’apporto di numerose collaborazioni.
Nel quartiere Soccavo il clan VIGILIA risulta attualmente affidato a figure di secondo piano per l’assenza di elementi criminali di particolare spessore, mentre nella parte bassa del quartiere, cd. “99”, recenti scarcerazioni hanno determinato una ripresa del contrapposto gruppo SORIANIELLO, dedito principalmente alla gestione delle piazze di spaccio ed al prelievo estorsivo consumato in danno dei commercianti locali.
Anche il Rione Traiano risulta suddiviso tra il clan CUTOLO, attivo nella zona bassa (c.d. “44”), e il clan PUCCINELLI che, nonostante un significativo indebolimento, permane operativo nella parte alta del rione. Rileva, comunque, il controllo da parte del clan CUTOLO (alleato con i SORIANIELLO di Soccavo) di ricche piazze di spaccio per la vendita degli stupefacenti anche su alcune zone della parte alta del rione, sebbene sia stato colpito da numerosi arresti e collaborazioni eccellenti.
Nelle aree di Bagnoli, Agnano e Cavalleggeri d’Aosta, la quasi totale assenza di elementi appartenenti agli storici clan D’AUSILIO e SORPRENDENTE – in conseguenza della dissoluzione per gli arresti e le pesanti condanne subite dagli affiliati – ha permesso la ripresa del gruppo ESPOSITO, attivo prevalentemente nel quartiere di Bagnoli. A Fuorigrotta il controllo delle piazze di droga e del racket dei parcheggi resta appannaggio dei gruppi IADONISI (con roccaforte nel rione Lauro) e CESI, che alternano alleanze a momenti di conflittualità.