Antonio Tiberi è un giovane atleta professionista, una promessa del ciclismo italiano che agli Europei 2018 ha vinto la medaglia di bronzo e ai Mondiali 2019 la medaglia d’oro nella crono juniores. Adesso torna ad occupare le prime pagine dei giornali, ma purtroppo non per qualche altra impresa sportiva ma per un deprecabile gesto che ha suscitato indignazione e scalpore.
Antonio Tiberi è italiano ma ha deciso di trasferirsi a San Marino dal 2022 per usufruire di una tassazione agevolata. Adesso però è finito nei guai poiché, come riporta Il Corriera della Sera e come ricostruito dalla Gendarmeria, ha sparato e ucciso un gatto. Ecco la ricostruzione: “posizionandosi con la carabina ad aria compressa del tipo Hatsan BT65 SB Elite in prossimità della finestra dell’appartamento in cui risiede a San Marino, l’imputato esplodeva colpi in direzione via Istriani, colpendo intenzionalmente al cranio un gatto che ivi transitava”.
Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il povero felino e l’episodio ha portato ad un’inchiesta penale che si è conclusa con una multa di 4.000 euro a carico di Tiberi. Il giovane ciclista ha provato a giustificarsi così: “Il mio intento era semplicemente misurare la capacità di tiro dell’arma, tanto che ho preso di mira un cartello di divieto. Ammetto anche di avere, altrettanto stupidamente e incoscientemente, provato a colpire un gatto e con mia sorpresa l’ho effettivamente colpito. Non avevo nessuna intenzione di uccidere l’animale, anzi ero convinto che l’arma non fosse letale”.
Indignato il ministro del Turismo di San Marino ed ex Capitano Reggente, Federico Pedini Amati, che aveva adottato quel gatto e che tuona: “Non dava fastidio a nessuno. Non si può sparare a un animale domestico e cavarsela così”.
C’è da dire che a Tiberi è andata bene, poiché se questo episodio fosse successo in Italia avrebbe rischiato grosso. Mentre il codice penale sanmarinese prevede l’arresto di secondo grado o la multa per chi sottopone gli animali a strazio o sevizie, in Italia chi causa la morte di un animale per crudeltà o senza necessità rischia da 2 a 4 anni di reclusione.
Pedini Amati, pur accettando le scuse di Tiberi, ne chiede l’immediata espulsione: “Il gatto non dava fastidio a nessuno. Era con noi da tanto tempo. Mia figlia Lucia, tre anni, lo adorava. Ho apprezzato che il ragazzo abbia ammesso il fatto. Detto questo non abbiamo bisogno di dare la residenza a queste persone”.
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