Pubblicato il 24 Febbraio 2022
Una tempesta perfetta. Che parte da territori molto lontani fino ad abbattersi anche sulla Puglia e sulla quotidianità di ciascuno
Una tempesta perfetta. Che parte da territori molto lontani fino ad abbattersi anche sulla Puglia e sulla quotidianità di ciascuno. Un effetto che ha fatto schizzare i costi dell’energia: maggiore domanda per la ripresa economica, minori riserve, il clima di altissima tensione fra Russia e Ucraina. Così aumentano i costi delle materie prime, quelli della raccolta e della trasformazione dei prodotti: soffrono l’agricoltura, le industrie, l’edilizia. Il risultato? Tutto si riversa sui consumatori.
E poi c’è il caro benzina, per il quale gli autotrasportatori sono in subbuglio in tutta la regione così come nel resto d’Italia. Si fermano in segno di protesta e con loro tanti comparti. La tensione sale. In provincia di Foggia nella mattinata di ieri un camionista cinquantenne è stato accoltellato da un automobilista durante la manifestazione in corso sulla statale 16, vicino allo svincolo per Torremaggiore.
L’automobilista (fermato dalla polizia) alla vista degli autotrasportatori avrebbe accelerato e poi, tornato indietro, ha ferito l’uomo in maniera non grave. Le proteste dei camionisti continuano anche sulla statale 96, in particolare ad Altamura, e domani la manifestazione pacifica arriverà alle porte di Bari. Altre sono andate in scena sulla statale 613 Lecce-Brindisi e nel Tarantino.
“È un problema serissimo. E quando le aziende non ce la fanno ci sono sempre ricadute economiche e di sicurezza sui lavoratori”, dice Giuseppe Guagnano, segretario generale Filt Cgil Puglia. A detta di Coldiretti Puglia, l’aumento medio annuo del costo del gasolio si attesterebbe al 67 per cento. E tutto questo sta avendo gravi ripercussioni anche sul settore primario: in Puglia le aziende agricole sono oltre 100mila e sono più di cinquemila le imprese di lavorazione alimentare.
“Tutto questo mette a rischio la spesa dei pugliesi, con i prodotti deperibili come ortofrutta, funghi e fiori che restano a terra perché le consegne si sono ridotte già di oltre il 70 per cento”, proseguono da Coldiretti. A viaggiare su strada è l’85 per cento delle merci. La situazione tocca anche il porto di Bari, dove si è fermata una nave in attesa di scaricare mais. Domani mattina allevatori, pescatori e agricoltori di Coldiretti scenderanno in strada con barche, trattori e animali, in corteo fino a piazza Libertà.
Tra i più colpiti ci sono i panificatori. E a lanciare l’allarme è stato Donato Taronna, presidente dell’associazione panificatori di Monte Sant’Angelo. Tredici panifici cittadini da venerdì scorso attendono la consegna della farina che non arriva a causa del blocco dei tir. “Le nostre scorte sono ormai terminate e abbiamo un’autonomia di 48-72 ore”, ha spiegato. Dopo, il pane non sarà più sugli scaffali. Sulla questione è intervenuto il prefetto Carmine Esposito, che si impegnerà per la consegna di materie prime e beni di prima necessità.
Nelle altre zone della Puglia si resiste, ma non mancano altri problemi: “Abbiamo i magazzini pieni di prodotti secchi – racconta Gino Picerno, presidente consorzio Pane di Altamura dop – esporto l’80 per cento, ma da lunedì sono saltati tutti i carichi: se la situazione continuerà così, dovrò sospendere la produzione”. Secondo i dati dei Panificatori Confcommercio Bari-Bat, il prezzo del pane sarebbe aumentato del 15-20 per cento dalla fine del 2021.