« Torna indietro

Caryl Menghetti, i segnali ignorati prima dell’omicidio del marito: una tragedia annunciata

Pubblicato il 27 Gennaio 2024

Il 26 gennaio la 46enne Caryl Menghetti ha ucciso a coltellate il marito Diego Rota, imprenditore edile di 56 anni per motivi ancora da accertare. Adesso ci si interroga se questo efferato omicidio si poteva evitare, poiché secondo molti si tratta di una tragedia annunciata. I segnali del tragico evento c’erano stati già in mattinata, quando nel giardino della casa è arrivata un’ambulanza per calmare la donna.

Una tragica catena di eventi

La tragica giornata è iniziata alle 9:00 del mattino, quando i vicini della coppia hanno visto arrivare un’ambulanza nella casa di Caryl Menghetti. La donna, madre di una bambina di 5 anni, era in un evidente stato di agitazione, tanto da rendere necessario l’intervento dei soccorritori.

Intorno alle 9:30 la Menghetti è stata trasportata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Treviglio dove, dopo la visita di uno psichiatra che ha provato a stabilizzarla, è stata dimessa con la prescrizione di un trattamento farmacologico.

In serata si è poi consumato l’efferato delitto: alle 23:30 la Menghetti, in preda ai suoi demoni, ha afferrato un coltello e ha colpito più volte il marito nella loro camera da letto.

I segnali ignorati

Intanto continuano ad emergere inquietanti dettagli, ignorati, che potevano aiutare a prevenire questa tragedia. La vicenda ha degli inquietanti parallelismi con la storia di Giulia Lavatura, lanciatasi dal nono piano di casa sua con la figlioletta e il cane di famiglia: anche lei aveva disturbi mentali e anche lei aveva preannunciato di voler fare una follia sui social.

Nelle ore precedenti l’omicidio, Caryl Menghetti avrebbe espresso l’intenzione di uccidere il marito, parole che evidentemente avrebbero meritato maggiore attenzione considerando il suo stato psicofisico alterato e che invece sono state ignorate.

Un tragico errore di valutazione che è purtroppo costata la vita al marito, Diego Rota. La donna aveva manifestato in passato gravi disturbi psicologici e 3 anni fa era stata sottoposta ad un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), dopodiché ricevette le cure necessarie all’ospedale di Treviglio. Adesso ci si interroga se si poteva fare qualcosa in più per impedire questa tragedia che, in un certo senso, era nell’aria.