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Piove sul bagnato in casa Ferragni: si profila l’ombra dell’ipotesi di truffa per il pandoro-gate

Pubblicato il 8 Gennaio 2024

Le brutte notizie non arrivano mai da sole e così, dopo lo stop alla collaborazione tra la Ferragni e Coca-Cola, arriva un’altra pessima notizia per l’imprenditrice digitale in merito al caso del pandoro Balocco. L’ipotesi di reato potrebbe non essere frode in commercio, ma truffa, che implicherebbe conseguenze ancora più gravi.

Questa mattina gli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della guardia di Finanza di Milano hanno depositato una prima annotazione, alla quale seguiranno altri allegati, al procuratore aggiunto Eugenio Fusco.

La svolta nel caso pandoro griffato Ferragni: si va verso l’ipotesi di truffa

Partendo dai dati e dal materiale in possesso dell’Antitrust, in particolare lo scambio di email tra la Balocco e Chiara Ferragni, sarebbero emersi nuovi elementi che hanno attirato l’attenzione degli inquirenti. Nei confronti dell’influencer potrebbe quindi scattare l’accusa di truffa, reato che in un primo momento era stato scartato.

La Ferragni ha provato a ripulire la sua immagine con un video di scuse, dove ha promesso di donare un milione all’ospedale Regina Margherita, ma la toppa è stata peggio del buco. Intanto si sono aperti altri due i filoni d’indagine: il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza sta facendo ulteriori accertamenti sulle uova pasquali di Dolci Preziosi e sulla bambola realizzata a immagine e somiglianza dell’influencer, i cui ricavati sono andati alla lotta contro il cyberbullismo.

Il fascicolo sul caso-Balocco potrebbe non essere più contro ignoti e, dopo l’esposto del Codacons, molte altre Procure hanno aperto un fascicolo e si sono rivolte ad Eugenio Fusco per trasmettere le carte a Milano.

Cosa rischia ora la Ferragni?

Il reato di truffa è regolamentato dall’articolo 640, secondo il quale “chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”. Teoricamente l’influencer rischia addirittura il carcere, senza dimenticare i devastanti danni d’immagine per l’imprenditrice che sta vedendo fuggire tantissimi follower nonché sponsor.

Con buone probabilità quindi scatterà l’ipotesi di reato di truffa e arriveranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Saranno analizzati il presunto profitto illecito e il danno, in tal caso verso i consumatori, per capire se ci sono gli estremi per l’ipotesi di truffa.