Pubblicato il 26 Giugno 2023
Continuano le indagini relative al terrificante incidente di Casal Palocco, costato la vita ad un bimbo di 5 anni, Manuel, e che ha provocato ferite serie alla madre e alla sorellina. Alcune scioccanti testimonianze raccontano che gli youtuber hanno continuato a riprendere anche dopo l’incidente e che addirittura non avrebbero neanche chiamato i soccorsi.
La fiaccolata a Casal Palocco
La vicenda ha chiaramente suscitato grande indignazione e orrore nella cittadinanza di Casal Palacco che ha deciso nella serata del 25 giugno di organizzare una fiaccolata.
I cittadini del quartiere, completamente vestiti di bianco, si sono trovati davanti all’asilo del piccolo Manuel, in prossimità del luogo dove si è verificato il terribile incidente.
Con questo gesto i cittadini hanno voluto esprimere la loro vicinanza alla famiglia del piccolo Manuel, ma anche chiedere alle istituzioni di intervenire affinché tragedie del genere non si verifichino più.
Alla fiaccolata erano presenti anche Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri e il presidente del Municipio X, Mario Falconi, che si è detto pronto a costituirsi parte civile se ci sarà il rinvio a giudizio. Tra i partecipanti anche Cinzia Pellegrino, senatrice e responsabile nazionale del Dipartimento di FdI.
Matteo Di Pietro interrogato in settimana
Intanto Matteo Di Pietro, lo youtuber alla guida del Suv coinvolto nello scontro, sarà ascoltato per la prima volta dagli inquirenti per fornire la sua versione dei fatti.
Il ragazzo è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio stradale e lesioni, per il pericolo di inquinamento delle prove e di fuga.
Lo youtuber ad inizio settimana racconterà cosa è successo quel maledetto 14 giugno al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia, a meno che non decida di avvalersi della facoltà di non parlare.
Le analisi effettuate hanno riscontrato tracce di cannabinoidi nel sangue di Matteo Di Pietro al momento dell’incidente e nelle prossime settimane arriveranno i risultati relativi alla consulenza disposta dai magistrati sui telefonini delle persone presenti.
L’obiettivo è ricostruire cosa sia effettivamente successo e a quale velocità stesse andando la Lamborghini Urus in un tratto dove il limite è di 30 km/h al momento del tragico impatto: oltre i 100 km/h secondo l’accusa, sugli 80 km/h secondo la difesa.