Pubblicato il 20 Gennaio 2022
I carabinieri di Melito hanno sequestrato un appartamento nel comune di Aversa su disposizione di Napoli Nord. Il 3 giugno dello scorso anno i militari disarticolarono un’associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento, al favoreggiamento ed all’agevolazione della prostituzione.
L’immobile veniva usato dall’organizzazione per sfruttare i proventi delle prestazioni sessuali che le giovani donne proponevano a costi accessibili direttamente sui social.
L’appartamento, all’interno del quale si esercitava la prostituzione, è stato posto sotto sequestro ed è destinato alla confisca.
Gli arresti tra Caivano e Giugliano
In mattina i carabinieri di Melito, in seguito alle indagini, hanno sottoposto agli arresti domiciliari cinque persone residenti nei comuni di Caivano e Giugliano in Campania. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del tribunale di Napoli Nord. Le persone sono residenti nei comuni di Caivano, Giugliano in Campania e tutte indagate per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento ed agevolazione della prostituzione. I cinque sono, in concorso con altre nove persone, coinvolte nelle indagini per una pluralità di reati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini partite da una segnalazione
Una segnalazione del 2019, relativa all’esistenza di un’abitazione per l’esercizio della prostituzione, ha dato il via alle indagini che sono state condotte attraverso attività tecniche di intercettazioni audio e video e al monitoraggio delle auto degli associati. In questo modo è stato facile ricostruire l’intera organizzazione criminale che sfruttava le prostitute collocate all’interno di abitazioni situate nelle province di Napoli e Caserta, in particolare nei Comuni di Melito di Napoli, Giugliano in Campania, Napoli, Aversa, Orta di Atella, Gricignano di Aversa.
Gli indagati avevano una precisa diversificazione dei ruoli. Tra le persone indagate risultano anche due sorelle, una delle quali aveva il ruolo di organizzatrice dell’associazione. Gli associati gestivano i proventi mentre alle prostitute lasciavano solo la quota del 50% del guadagno complessivo.
Le due sorelle coordinavano l’attività degli altri soggetti appartenenti al sodalizio criminale, mentre uno degli associati curava il periodico spostamento delle prostitute da un’abitazione ad un’altra. Le prostitute erano di nazionalità straniera e venivano collocate negli immobili destinati all’attività illecita.
I clienti venivano indirizzati, dalle due sorelle, verso l’una o l’altra abitazione in base alla loro provenienza. Oltre alle misure cautelari, sono state effettuate anche perquisizioni presso quattro abitazioni ancora adibite a case di prostituzione. Il tutto per acquisire altri elementi di prova per porre fine all’attività illecita accertata.