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Caso Almasri, Renzi: “Gravissimo Meloni non in Parlamento ma al talk degli amici”

Il leader di Italia viva: “La premier controlla l’informazione e non parla di Pil e liste di attesa”

Matteo Renzi, leader di Italia viva, è durissimo contro la premier Giorgia Meloni sul caso Almasri.

Le dichiarazioni di Renzi sulla sua eNews

“Sulle vicende di queste ore. Il Parlamento non si riunisce – ed è una cosa enorme, che sta passando sotto silenzio – perché il Governo non vuole riferire in Aula sulla vicenda del generale libico prima arrestato e poi riportato a casa con il volo di Stato. La premier commenta questa vicenda sui social, negli eventi organizzati da Nicola Porro, con le veline ai giornalisti amici che si scaldano in sua difesa come ha fatto uno scatenato Bruno Vespa ieri davanti a milioni di italiani. Ma in Parlamento non vengono perché – ci hanno spiegato – c’è una indagine in corso e non possono parlarne”, scrive Renzi.

“Gravissimo cancellare l’informativa al Parlamento”

Scrive ancora Renzi sulla sua eNews: “È incredibile sottolinea Renzi, come nessuno faccia notare che è gravissimo che il Governo cancelli di propria iniziativa l’informativa al Parlamento del Ministro dell’Interno. Ci stiamo ormai abituando al Governo che non risponde alle interrogazioni dei parlamentari dell’opposizione (le nostre sono puntualmente ignorate ed è una grave lesione democratica), che non fa due letture piene dei provvedimenti, che cambia la legge di bilancio di notte con maxi emendamenti non discussi da nessuno. Adesso abbiamo un Governo che non viene in Parlamento ma invia video senza contraddittorio alle redazioni amiche. Il dibattito pubblico non è più nelle sedi della democrazia liberale ma polarizzato nei talk degli amici e dei nemici”.

“Meloni controlla l’informazione e non parla del Pil fermo”

E ancora: “Una presidente del Consiglio dei Ministri che controlla ogni spazio dell’informazione e che riesce sapientemente a non parlare del Pil fermo a quota 0 nel quarto trimestre 2024, degli 80 euro cancellati a milioni di italiani da un errore della legge di Bilancio, delle liste d’attesa“.

“Meloni impone narrazione su toghe, politica è altro”

“Gli argomenti di cui parlare sono complicati e interessanti. Io rispetto le opinioni di tutti, anche di chi parla senza una grandissima cognizione di causa. È giusto che un criminale libico sia riportato a casa in questo modo? C’è un interesse di Stato? Chi lo dice? È in ballo la sicurezza nazionale? Dov’è finita la caccia ai trafficanti di uomini in tutto il globo terracqueo? La presenza di Eni in Libia è un elemento di questa decisione? Questi argomenti sono tutti complessi da affrontare. Per questo serve la politica, per questo serve il Parlamento”.

“Meloni ha scelto un’altra strada. Spostare il dibattito da questo argomento alla politicizzazione della giustizia, aggiunge Renzi. Si parla di toghe rosse, di avvisi di garanzia a orologeria, di complotti. È andata davvero così? La scelta della procura di Roma è stata tecnicamente corretta? Ci sono frizioni tra la procura e Chigi per i voli di Stato? Quello di Lo Voi è un atto dovuto o un atto voluto? Il problema è la separazione delle carriere? L’obbligatorietà dell’azione penale? E anche qui sarebbe interessante approfondire, ma non si può fare. Perché in campo non ci sono i giocatori: il terreno di gioco è pieno di ultras”.

“Ultras che giocano con le regole che ha voluto la premier, ancora una volta bravissima a rigirare la frittata. O come dicono gli esperti: a imporre la narrazione. Tutti a parlare di lei sotto attacco delle toghe rosse, nessuno a confrontarsi sul merito delle questioni. Fratelli d’Italia è – assieme ai Cinque Stelle – il partito più giustizialista che siede in Parlamento ma oggi è diventato la casa del garantismo. Chapeau”.

Redazione Nazionale

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