Caso Ramy, la Procura ha chiesto il giudizio immediato per l’amico Fares che guidava lo scooter

Continua a tenere banco il caso Ramy, che si è infiammato dopo le dichiarazioni di un testimone dell’incidente, secondo il quale i carabinieri gli avrebbero imposto di cancellare il video del sinistro. Intanto arriva un’altra svolta: la Procura di Milano ha chiesto al gip il processo con rito immediato a carico di Fares Bouzidi, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Durante l’inseguimento lo scooter si è schiantato all’angolo tra via Ripamonti e via Quaranta.

La ricostruzione dell’incidente dello scooter

Come ricostruito dalle indagini, e come riportato anche dall’Ansa, Bouzidi stava guidando lo scooter senza aver mai conseguito la patente e dopo aver consumato sostanze stupefacenti. Non si sarebbe fermato all’alt dei militari e avrebbe dato vita ad un folle e pericoloso inseguimento tra le strade della città per circa 8 chilometri.

Come si legge nel capo di imputazione i militari avevano legittimamente imposto l’alt a causa delle manovre spericolate e del comportamento sospetto dei due giovani, che si erano nascosti dietro un’auto in sosta per poi darsi alla fuga a folle velocità. Durante l’inseguimento i due giovani avrebbero percorso via della Moscova contromano, urtando una delle gazzelle all’incrocio con via Lovanio per poi attraversare due incroci con rosso, fino ad imboccare nuovamente contromano via Pontaccio superando a destra un Suv e poi un’altra auto.

La folle corsa si è interrotta con l’incidente in via Ripamonti, che è costato la vita a Ramy Elgaml. Per Bouzidi è stato chiesto il processo con rito immediato per resistenza a pubblico ufficiale ed è anche indagato per omicidio stradale in concorso con il vicebridagiere che guidava la gazzela “Volpe 40”. Sotto indagine anche i due carabinieri con l’accusa di favoreggiamento e depistaggio coinvolti nell’incidente.