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Caso Sinner, trema il tennis italiano: “Rischia seriamente una lunga squalifica”

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L’incubo della squalifica per Sinner non è ancora finito dopo il ricorso della WADA al TAS e il tennista azzurro rischia una squalifica da uno a due anni. Sulla questione purtroppo è ben informato Stefano Battaglino, tennista italiano anche lui squalificato perché trovato positivo al Clostebol. Lui però, a differenza di Sinner, è stato squalificato dall’ITIA e il TAS ha confermato la squalifica fino a 4 anni. Entrambi sono risultati positivi al Clostebol ma Battaglino, per una serie di circostanze, non è riuscito a dimostrare che l’assunzione della sostanza vietata è stata involontaria.

Battaglino: “Vi spiego perché Sinner rischia la squalifica”

Battaglino, intervistato da La Stampa, pur augurandosi che Sinner venga assolto ha detto che il rischio di una squalifica è molto alto, considerando come hanno trattato lui. Il tennista spera che la squalifica, se dovesse arrivare, sia di 6 mesi previsti dalla pena lieve, e non di un anno prevista dalla pena media o di due anni previsti dalla pena grave.

Battaglino spera che Sinner venga assolto, ma ha poi aggiunto: “Se lo assolvono hanno sbagliato con me, voglio almeno capire il metro di giudizio. Se hanno dato il massimo della pena a me, non possono dare una settimana a lui”.

Due casi diversi

Entrambi sono accusati di aver assunto Clostebol, ma ci sono comunque delle differenze importanti. Sinner è stato scagionato per assenza di colpa o negligenza dal tribunale dell’ITIA, in sostanza sarebbe stata riconosciuta la sua assunzione totalmente inconsapevole. Tuttavia la WADA non è convinta evidentemente dell’innocenza di Sinner, quindi ha fatto ricorso al TAS. Da quanto emerso Sinner avrebbe assunto Clostebol dopo il massaggio del suo fisioterapista, che aveva usato precedentemente uno spray contenente tale sostanza per curare una ferita.

Una cosa simile era accaduta anche a Battaglino, che era entrato in contatto col Clostebol durante un messaggio effettuato da un fisioterapista locale in un torneo. Stefano non è riuscito a contattare quel fisioterapista in tempo, la cui testimonianza è arrivata solo dopo la sentenza di squalifica pronunciata dall’ITIA. A quel punto è stato il tennista a fare ricorso al TAS, chiedendo quanto meno una riduzione della squalifica sostenendo che non aveva assunto volontariamente il Clostebol sulla base del principio “nessuna colpa o negligenza”. Il TAS però non ha ritenute sufficienti le sue motivazioni e così ha confermato la squalifica.

Battaglino, profondamente amareggiato, ha detto che Sinner ha uno staff tutto suo e quindi gli è bastato alzare il telefono per contattare il fisioterapista responsabile del massaggio che di fatto ha fatto entrare l’azzurro in contatto col Clostebol. Lui invece ha cercato e rincorso per mesi e mesi il fisioterapista che lavorava nel torneo, che ha risposto tardivamente due giorni la fine del secondo processo che ha sentenziata la squalifica di Battaglino.

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Francesco Ferrara

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