Pubblicato il 29 Ottobre 2024
“Accerchiato da una decina di giovani che lo hanno colpito con calci, pugni, schiaffi, rischiando di ammazzarlo”. Il branco protagonista della vicenda è di Castellammare di Stabia, dove la vittima un giovane cittadino originario del Bengala poi esibito come trofeo nelle chat.
A ricostruire quel che è avvenuto nella zona di Cassa Armonica, un monumento che si trova sul lungomare della città in provincia di Napoli, è Metropolis.
Il pestaggio è avvenuto mentre numerosi passanti si limitavano a osservare “senza intervenire o al massimo registrando tutto con il cellulare”, denuncia il quotidiano.
Che rivela pure la diffusione di video nelle chat, con “anche uno di un giovanissimo stabiese, che commenta assieme ai suoi amici: ‘Hai visto che calcio gli ha dato?’. E un altro risponde: ‘Lo hanno sfondato’ “.
La vittima sarebbe stata presa di mira mentre si aggirava in stato di ebrezza nella villa comunale. Il pretesto per aggredire sarebbe stato un litigio con alcuni appartenenti al branco.
“Quanto accaduto domenica sera in Villa Comunale non ammette scusanti: un atto vile e ingiustificabile da parte di un gruppo che ha agito con la logica del branco. Questo episodio rappresenta una ferita per tutta la nostra comunità e il simbolo di un’aggressività cieca che va condannata con fermezza”, stigmatizza in una nota Luigi Vicinanza, sindaco di Castellammare di Stabia.
“Tuttavia, non è l’unico aspetto inquietante di questa vicenda. Ciò che turba e amareggia maggiormente è l’indifferenza di coloro che hanno assistito alla violenza senza intervenire o chiedere aiuto. Alcuni ragazzi hanno persino filmato la scena, partecipando indirettamente a quella che considero una manifestazione di disumanità, qualcosa che non può trovare spazio nella nostra Castellammare. Episodi come questo evidenziano la necessità di garantire maggiore sicurezza e controllo”, sottolinea.
“Per questo, faccio appello alle autorità competenti affinché assicurino una presenza più incisiva delle forze dell’ordine sul nostro territorio. Non possiamo permettere che la violenza diventi parte della quotidianità”, conclude Vicinanza.