Pubblicato il 7 Luglio 2023
Confermata la condanna all’ergastolo per Davide Garofalo, colpevole di aver ucciso tre malati terminali attraverso iniezioni d’aria, durante il trasporto dall’ospedale a casa in ambulanza.
E’ stato rigettato il ricorso degli avvocati della difesa ed è diventata definitiva la condanna all’ergastolo nei confronti di Davide Garofalo, il barelliere riconosciuto responsabile dell’omicidio di tre malati terminali uccisi – sull’ambulanza – con delle iniezioni d’aria, durante il trasporto dall’ospedale di Biancavilla a casa. La decisione che rende irrevocabile la sentenza della Corte d’Appello di Catania è giunta mercoledì sera.
Arriva così al termine uno dei procedimenti (ancora da definire il troncone abbreviato dove è imputato Agatino Scalisi) dell’inchiesta “Ambulanza della morte”. Le indagini partirono dalle testimonianze dei giovani fratelli Luca e Giuseppe Arena, ex imprenditori di pompe funebri di Biancavilla che denunciarono i clan mafiosi. Fece scalpore il loro racconto drammatico in un servizio a Le Iene, sui metodi usati per uccidere alcuni malati terminali con delle iniezioni d’aria; delitti commessi per poche centinaia di euro.
Le contestazioni a Garofalo
Gli omicidi contestati a Garofalo sono avvenuti tra il 2014 e il 2016: ai parenti delle vittime veniva raccontato di “aggravamenti improvvisi’” fatali, durante il trasporto. Tali delitti avrebbero prodotto dei guadagni di poche centinaia di euro per l’affidamento dei funerali e i servizi connessi. Secondo l’inchiesta, una parte degli introiti sarebbero dovuti andare nelle casse dei clan di Biancavilla e Adrano: il reato di omicidio, infatti, è aggravato dall’agevolazione alle cosche mafiose.
Terrificanti le parole scritte dalla Corte d’Assise nelle motivazioni di primo grado che descrivono l’imputato agire senza alcuna segno di compassione: “Davide Garofalo non ha desistito dal proposito nemmeno nel caso una delle vittime fosse sopravvissuto alla prime iniezioni di aria, accanendosi sullo stesso fino a portare a compimento il proprio programma criminoso”.