Catania, l’allenamento di basket della PGS nel campetto di Corso dei Martiri, un “modello” di sport possibile

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Questo è quello che ci piacerebbe vedere. Un gruppo di ragazzi che si allenano in uno degli impianti sportivi pubblici di quartiere. E’ capitato questa mattina, nel campetto polivalente, ma fondamentalmente di basket, delle aree riqualificate di corso dei martiri. Un allenamento in piena regola, con il coach a dettare esercizi con e senza palla a una quindicina di ragazzi. Non è una cosa improvvisata. I ragazzi fanno parte della PGS Sales Under 16, la squadra di basket salesiana che non ha altri luoghi per allenarsi, al momento.

«Abbiamo deciso di provare ad allenarci qui – spiega uno degli accompagnatori – visto che nelle palestre per adesso è impossibile. Ma visto che la Regione Siciliana ha dato l’ok agli sport di contatto all’aperto, questa ci è sembrata la migliore soluzione. Veniamo alle 9 del mattino, non diamo fastidio a nessuno».

Non solo questi ragazzi che si impegnano nell’allenamento non danno fastidio a nessuno, ma fanno un servizio alla città. Sono la dimostrazione che un’altra città è possibile, che gli impianti diffusi sono un bene prezioso e potrebbero diventare una risorsa per tutta la comunità.

Questo di Corso dei Martiri è il più nuovo, probabilmente il più adatto. Perché quello in piazza Nettuno «è un po’ troppo in mezzo al passeggio per fare allenamenti di squadra – dice l’accompagnatore con cui abbiamo parlato – mentre a Vulcania c’è un solo canestro». Qui di canestri ce ne sono due, il playground di basket è quasi regolare, l’allenamento si può fare seriamente. Mancano già le retine dai canestri, basterebbe poco perché sia tutto davvero a posto. ma vedere questo impianto popolato da questi ragazzi è un segnale di rinascita, di speranza. Sembra un. po’ di stare a Berlino, o a New York, o meglio, a Barcellona. Senza guardarsi intorno, però, perché corso dei martiri rimane ancora una promessa che non si è materializzata. Tranne in questo piccolo spazio. Potrebbe essere il primo segno di impianti diffusi e affidati alle associazioni perché invece di andare in malora, vengano utilizzati per fare sport. vero, alla portata di tutti.

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Gianluca Reale

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