Pubblicato il 30 Marzo 2023
Sono stati attimi di terrore per una giovane donna che ieri pomeriggio (29 marzo) passeggiava in via D’Amico, vicino alla stazione di Catania; un’auto l’ha affiancata e una persona a bordo le ha lanciato del solvente in faccia, gridando il nome di “Giarrizzo”, un ex boss pentito di mafia con cui, In passato, la donna, aveva avuto dei legami.
Tutto è accaduto ieri sera, 29 marzo, dopo le 18; la donna è stata avvicinata da un’auto da cui qualcuno, a bordo, le ha lanciato solvente sulla faccia. La vittima è una giovane donna che stava passeggiando in via D’Amico quando ha notato che un’auto la stava affiancando; ha raccontato agli inquirenti di aver poi sentito gridare il nome “Giarrizzo” e ha visto un uomo che era a bordo della vettura tenere in mano qualcosa che le ha tirato addosso, avvertendo un forte bruciore al volto. Immediatamente, sono stati chiamati i soccorsi che sono arrivati sul posto con un’ambulanza e una volante della polizia.
Il racconto della donna
La donna ha raccontato quanto è accaduto e ha immediatamente informato la polizia – dato il cognome che aveva sentito gridare agli aggressori – di aver avuto in passato contatti con il collaboratore di giustizia Salvatore Giarrizzo, ex reggente del clan Scalisi di Adrano, arrestato nel 2020.
Chi è il ‘pentito’ Salvatore Giarrizzo: le ritorsioni
Già nel febbraio del 2021, ci sono stati episodi di ritorsione contro il pentito di mafia; durante un processo che lo vedeva teste fondamentale, è stato incendiato il camion dei panini dell’ex boss. Poco tempo dopo, da alcune intercettazioni, gli inquirenti capirono che si stava preparando una vendetta proprio nei confronti del collaboratore di giustizia e dei suoi familiari da parte di esponenti del clan Giarrizzo. Quindi, accelerarono con l’operazione Triade per scongiurare gli attacchi al collaboratore. Da quando ha scelto di collaborare con la giustizia, Giuseppe Giarrizzo, ha fatto importanti rivelazioni non solo sulle famiglie mafiose di Adrano ma anche sulle potenti cosche catanesi, come i Cappello, Mazzei e Laudani, indicando anche i nomi di chi ‘comanda’ a Catania.
Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Catania che, in questa fase, fa sapere di non escludere nessuna ipotesi. Per fortuna, la giovane donna non sembra avere avuto gravi conseguenze dall’aggressione, oltre al volto arrossato.