Pubblicato il 11 Ottobre 2024
Lo scorso 4 ottobre, gli agenti della questura di Catania hanno condotto presso il carcere di Piazza Lanza Gioacchino Spampinato e Giovanni Battista Spampinato, di 58 e 36anni (padre e figlio), su disposizione della Procura di Catania. I due sono entrambi accusati di tentato omicidio, aggravato dalle condizioni di minorata difesa della vittima e dai futili.
Le indagini hanno preso il via dopo una chiamata al centralino della questura in cui si segnalava un’aggressione nel quartiere di San Giorgio. Sul posto era stata inviata un’ambulanza del 118 per soccorrere un uomo aggredito da più persone, che presentava “ferite lacero contuse al volto, agli arti inferiori e superiori nonché con diverse tumefazioni, ecchimosi ed edemi in più parti del viso e del torace”. Padre e figlio avrebbero pestato violentemente, colpendolo anche con una stampella in alluminio che la vittima aveva in uso, un loro familiare che li aveva redarguiti per un rumore molesto e aveva esploso un colpo di carabina ad aria compressa centrando alla fronte uno di loro.
La chiamata al 112 fa scattare le indagini
L’uomo ha riferito alla polizia di essere stato aggredito senza motivo da un gruppo di giovani sconosciuti nel quartiere di San Giorgio. Tuttavia, le indagini della squadra mobile hanno rivelato una diversa versione dei fatti: i due Spampinato, padre e figlio, dopo una lite con il loro parente e il colpo di carabina ad aria compressa sparato da quest’ultimo, lo avrebbero attaccato con pugni, calci e colpi di stampella, colpendolo alla testa, al volto e in altre zone del corpo, facendolo cadere privo di sensi a terra. I due sospettati sono stati arrestati e portati in prigione.