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Catania, la preoccupazione dell’Associazione Nazionale Magistrati per il decreto sulla separazione delle ‘carriere’

Proviene direttamente dalla Giunta Esecutiva Sezionale della Associazione Nazionale Magistrati per il Distretto Corte di Appello di Catania, una nota che esprime tutta la preoccupazione

Pubblicato il 31 Maggio 2024

Proviene direttamente dalla Giunta Esecutiva Sezionale della Associazione Nazionale Magistrati per il Distretto Corte di Appello di Catania, una nota che esprime tutta la preoccupazione dopo aver “appreso – come è scritto nella nota – notizia dell’approvazione del disegno di legge costituzionale recante “Norme in materia di Ordinamento Giurisdizionale e di Istituzione della Corte Disciplinare”, in seno al  quale si sancisce la separazione delle “carriere” dei magistrati giudicanti e dei magistrati requirenti e si istituiscono, da un lato, due diversi corrispondenti Consigli Superiori della Magistratura composti da membri laici individuati attraverso un sistema misto (elezione e sorteggio), da componenti togati selezionati per sorteggio, e dall’altro, in luogo della competenza disciplinare del Csm, un’Alta Corte Disciplinare composta con un sistema misto per i componenti laici con possibilità di ricorrere avverso le relative decisioni solo dinanzi alla stessa alta Corte in diversa composizione”.

Profonda preoccupazione

L’Associazione esprime profonda preoccupazione verso un disegno che “allontana il Pubblico Ministero, che ricordiamo essere parte pubblica, tenuto alla ricerca della verità e garante dei diritti soggettivi, dalla cultura della giurisdizione, con grave danno per i soggetti sottoposti alle indagini, gli utenti della giustizia e, più in generale, per la collettività;

Indebolisce l’intero ordine giudiziario, come voluto dal Costituente, anche in relazione alle modalità, mediante sorteggio, di composizione degli organi di autogoverno della magistratura, determinando un grave vulnus all’indipendenza e all’autonomia della magistratura.

Non affronta le vere questioni utili al miglioramento del servizio giustizia per i cittadini: i tempi di durata dei processi civili e penali rimarranno gli stessi, le attività giudiziarie non vengono rese efficienti né le procedure, ove utile e possibile, più snelle; ed anzi, determina un aggravio di spesa pubblica legato alla duplicazione di organi di autogoverno”.

“Promuovere le più efficaci forme di mobilitazione”

La nota si conclude con la sollecitazione agli organi centrali della ANM a “promuovere le più efficaci forme di mobilitazione per dare voce a tale diffusa preoccupazione dei magistrati e richiamare i cittadini sulle gravi ricadute della progettata riforma”.