Il 28 ottobre è in programma una cena in un ristorante in prossimità di Piazza Cavalli a Piacenza tra camerati. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, il problema è che la cena, come riferisce il quotidiano Libertà, è finalizzata a ricordare la marcia su Roma di Mussolini e in pochi giorni ha già raccolto moltissime adesioni.
Come si legge nell’invito, a firma dell’Associazione Nazionale famiglie caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana, “nel ricordo della Rivoluzione che giunge al centesimo anniversario, ceneremo insieme cameratescamente”. Sul documento nell’intestazione in alto a sinistra campeggia anche l’aquila romana.
La notizia ha suscitato grande scalpore, soprattutto considerando che Piacenza, una delle città più attive sul fronte della Resistenza, ricevette nel 1996 la Medaglia d’oro al Valor Militare dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro “a riconoscimento del doloroso e intenso impegno durante la lotta di liberazione dalla dittatura nazi-fascista”.
Pietro Visconti, direttore di Libertà, definisce da brividi il fatto che “un gruppo di nostalgici del fascismo, o più che nostalgici irriducibili, si radunino a cena per evocare il Mussolini che compì l’atto fondativo della dittatura”.
Tuttavia Pino De Rosa, segretario provincia dell’UGL, personaggio noto a Piacenza per essere scrittore ed editore e con un passato tra le fila della Fiamma Tricolore – Fronte d’Azione, ha spiegato che l’evento “si ripete da anni e non ha alcuna valenza politica né aspirazioni programmatiche ma è solo un’iniziativa privata oltre che un coraggioso esercizio di libertà. Quella di poter affrontare temi che attengono alla storia del popolo italiano senza ipoteche pregiudiziali”.
Nella città però infuria la polemica e c’è chi ha chiesto al Prefetto di vietare la cena, anche per evitare possibili scontri tra opposte fazioni politiche.
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