Ha suscitato dolore e commozione la morte di Matthew Perry ma, a distanza di mesi, stanno emergendo dettagli inquietanti sul suo decesso. La morte della star di Hollywood ha messo in moto la macchina della giustizia americana, che ha messo nel mirino Jasveen Sangha, ribattezzata la “Regina della ketamina”.
Secondo i procuratori statunitensi sarebbe stata proprio Jasveen Sangha a fornire all’attore di “Friends” la dose letale di ketamina sfruttando la sua tossicodipendenza e senza preoccuparsi delle conseguenze devastanti. La donna deve rispondere anche delle accuse di detenzione e spaccio di ketamina con conseguente morte, ma lei si è dichiarata non colpevole. I giudici in ogni caso hanno respinto la sua richiesta di uscire su cauzione, quindi la donna dovrà restare in carcere fino al processo fissato ad ottobre.
La donna era ben nota nel mondo di Hollywood, anzi, spesso partecipava a feste vip esclusive ed è stata vista anche agli Oscar e ai Golden Globe, come riportato dal Daily Mail. Aveva un tenore di vita altissimo che sfoggiava sui social, dove postava spesso foto con attori e personaggi noti di Hollywood.
Secondo gli inquirenti Salvador Plasencia, medico di Matthew Perry, si sarebbe procurato la ketamina da un altro dottore, Mark Chavez, che a sua volta avrebbe spiegato a Kenneth Iwamasa, assistente dell’attore, come iniettare la ketamina. Perry avrebbe chiesto a Iwamasa di “sparargliene una grossa” e di preparargli la vasca idromassaggio poco prima del suo decesso. L’altra persona arrestata è Eric Flaming che, insieme al dottor Mark Chavez, si è dichiarato colpevole. Sarebbe stato Fleming a indirizzare Iwamasa dalla Sangha, la “Regina della ketamina”.
Secondo il procuratore i 5 indagati sapevano che stavano commettendo qualcosa di sbagliato ed erano più interessati a trarre profitto dalla situazione di Perry che al suo benessere. Sembra che l’attore abbia speso qualcosa come 55.000 dollari per acquistare ketamina liquida e in pastiglie. Se le accuse dovessero essere confermate gli indagati rischiano da 10 anni fino all’ergastolo.
La posizione della Sangha si è ulteriormente aggravata dopo che si è scoperto che la donna avrebbe venduto dosi di ketamina ad un certo Cody McLaury, morto per overdose. I parenti dell’uomo avrebbero contattato la Sangha inviandole questo messaggio: “La ketamina che hai venduto a mio fratello lo ha ucciso. È elencata come causa di morte”.
Pochi giorni dopo la Sangha avrebbe effettuato una ricerca su Google con queste parole: “La ketamina può essere elencata come causa di morte?”. Secondo i giudici quindi lei era perfettamente a conoscenza dei pericoli della droga che spacciava e dovrà rispondere anche di quest’altra accusa.
Una tranquilla cena tra amici, che doveva essere all'insegna dell'allegria e della spensieratezza, si è…
Una tragedia ha sconquassato il lunedì pomeriggio di Ercolano, paese di Napoli, dove c'è stata…
Nel corso della settimana compresa tra lunedì 18 e domenica 24 novembre, diverse arterie a…
Probabilmente è un record, tra l'altro molto difficile se non impossibile da battere: ottenere la…
Una delle scene più bollenti del cinema italiano è sicuramente quella tra Monica Bellucci e…
Si è sfiorata la tragedia a Taviano, in provincia di Lecce, dove un carabiniere vicebrigadiere…