Pubblicato il 19 Gennaio 2022
Un fenomeno che, troppo spesso, viene sottovalutato oppure che viene vissuto come qualcosa che non ci riguarda da vicino, come qualcosa che accade lontano da noi. E, invece, purtroppo, non è così. Ecco perché la cooperativa Proxima Ragusa ha voluto avviare un’azione di sensibilizzazione per parlare delle numerose vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo di cui nessuno sa niente, che vivono sulla propria pelle una devastazione in grado di demolirle psicologicamente e fisicamente.
Per portare a galla questa realtà sommersa, sui canali social della cooperativa, in italiano e in inglese, saranno raccontate le storie di ragazze che sono un vero pugno nello stomaco, storie di persone che hanno deciso di lasciare il loro Paese, di cercare fortuna altrove, finendo in un vortice più grande di loro. Storie come quella terribile di Anita. “Anita ha 20 anni, è nigeriana, dall’età di 14 anni subisce violenze sessuali da parte del padre. La madre è rimasta uccisa mentre difendeva la figlia dal marito. A 15 anni rimane incinta del padre che la costringe ad abortire. Anita lascia la Nigeria e diventa vittima di tratta”. Poche, semplici parole per tratteggiare, però, un abisso senza fine.
Dall’aprile del 2003 la cooperativa realizza progetti rivolti a vittime di tratta ai sensi dell’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione e dell’articolo 13 della legge 228/2003 mediante il finanziamento erogato dal Dipartimento per le Pari opportunità e il cofinanziamento di enti locali. Perché ci sono molte persone come Anita che raggiungono la nostra terra e hanno bisogno di aiuto.
Le immagini, i video e le storie sono tratte dal docufilm partecipativo “The journey over the sea”. Chi è interessato a vederlo, può scaricarlo sulla pagina web www.proximarg.org/video